sposare
spoṡare v. tr. [lat. tardo sponsare, intens. di spondēre «promettere (in moglie)», attraverso il part. pass. sponsus] (io spòṡo, ecc.). – 1. a. ant. Promettere in matrimonio: se tu ardentemente ami Sofronia a me sposata, io non me ne maraviglio (Boccaccio); volle che celebrasse le nozze con Drusiana sua figliuola naturale, la quale più tempo innanzi gli aveva sposata (Machiavelli). b. Dare in moglie o, più raramente, in marito, con riferimento ai genitori, o a chi agisce per conto dei genitori: i suoi la vogliono s. a un uomo molto più anziano; non voglio s. mia figlia a quel fannullone. c. Unire in matrimonio, celebrare il matrimonio: li sposerà il loro vecchio parroco; ci ha sposati il sindaco; si vollero far s. dal comandante della nave. 2. a. Prendere in moglie, o in marito: s. un’amica d’infanzia, una straniera, una vedova; s. un compagno di scuola, un uomo di colore (in senso fig., s. Cristo, Gesù, farsi monaca); con la particella pron., per dare maggiore espressività: ricco o povero, mi piace e me lo sposo; s’è voluto s. la propria segretaria, e ora se ne pente; chi se la sposa, con quel caratteraccio? b. Nel rifl., unirsi in matrimonio: sposarsi per amore, per interesse, per calcolo; si è sposata con un uomo molto ricco; si sposerà con una donna intelligente; con valore reciproco: si sono sposati molto giovani; si sposeranno nella chiesa di Sant’Andrea, in comune, al municipio del loro paese; hanno deciso di sposarsi entro marzo. Nell’uso soprattutto tosc., il rifl. è spesso sostituito dall’intr.: doveva sposare in primavera, ma ha rimandato il matrimonio; sappia dunque ch’io dovevo sposare oggi (Manzoni); anche con valore reciproco, spec. con riferimento alla cerimonia nuziale: sposare in chiesa, in municipio. c. ant. Promettere ufficialmente di prendere in moglie. 3. fig. a. Unire, congiungere strettamente e durevolmente: s. l’utile al dilettevole; l’uso in oggi alla voce Tedeschi Sposò talmente la voce Granduca Che Tedeschi significa Granduca E Granduca significa Tedeschi (Giusti); in senso scherz., s. il vino con l’acqua o s. l’acqua al vino, annacquare il vino. Nel rifl. reciproco, sposarsi bene, di cose, accordarsi, armonizzarsi: i piatti di pesce si sposano bene col vino bianco (o meglio con il vino bianco che con quello rosso); un divano che si sposa bene con la tappezzeria del salotto. b. Con altro uso fig. nelle espressioni s. una causa, un’idea, un’ideologia, un partito e sim., farsene convinto e accanito sostenitore, aderirvi con convinzione ed entusiasmo; meno com., s. le proprie opinioni, sostenerle con ostinazione, rifiutandosi di valutarle e discuterle con obiettività. c. Nella pratica agraria, s. la vite all’olmo, appoggiarla, come sostegno, all’olmo (è un traslato che risale al lat. maritare ulmos vitibus: v. anche maritare, n. 2). d. Nella tecnologia, riferito a un corpo, combaciare con un altro, riempire esattamente un vano, assumere la forma di un altro corpo, con cui è messo a contatto: la lastra viene martellata sopra il modello finché ne sposa tutti i contorni. ◆ Part. pass. spoṡato, frequente come agg. e sost., coniugato: un uomo sposato, una donna sposata (contrapp. a celibe e rispettivam. a nubile); ha una relazione con uno sposato, o con una sposata; una partita amichevole di calcio tra celibi e sposati.