sprofondare
v. intr. e tr. [der. di profondo, col pref. s- (nel sign. 5)] (io sprofóndo, ecc.). – 1. intr. (aus. essere) a. Precipitare, crollare rovinosamente: in questa stanza c’è pericolo che, con il peso dei libri, il pavimento sprofondi; è sprofondato il solaio; la neve ha fatto s. il tetto; precipitare nel profondo: per la violenta tempesta la piattaforma galleggiante sprofondò sul fondale; anche con la particella pron.: gli parve che gli si sprofondasse il terreno sotto i piedi. b. Affondare di colpo, andar giù immergendosi in qualcosa di molle e cedevole: s. nella neve fresca, nel fango, nella melma, nelle sabbie mobili. c. In senso fig., lasciarsi vincere, farsi sopraffare: s. nel sonno, nella disperazione. 2. Nel rifl., con valore iperb.: a. Abbandonarsi, lasciarsi cadere: sprofondarsi in un divano, in una morbida poltrona. b. Dedicarsi a qualcosa con grande cura e impegno: sprofondarsi nello studio, nel lavoro, nella lettura. c. Nascondersi sotto terra, in espressioni dell’uso fam. quali per la vergogna, per l’imbarazzo mi sarei sprofondato. 3. tr. Far precipitare, scagliare nel profondo: Dio sprofondò Lucifero nell’inferno; Sodoma e Gomorra furono sprofondate dalla giustizia divina. ◆ Part. pass. sprofondato, anche come agg.: stava meditando, sprofondato in poltrona; teneva le mani sprofondate nelle tasche; in senso fig., immerso, assorto: sei sempre sprofondato in te stesso, incapace di partecipare a ciò che ti circonda (I. Calvino).