squadrismo
s. m. [der. di squadra (d’azione)]. – L’organizzazione, l’impiego e l’attività di squadre d’azione, a fini politici di parte e intimidatorî. In partic., il fenomeno politico-sociale verificatosi in Italia dal 1919 al 1924, consistente nella violenza armata esercitata da squadre contro le organizzazioni avverse e i loro aderenti, sotto la giustificazione di una presunta carenza dei poteri pubblici; inizialmente praticato da gruppi di ex combattenti della prima guerra mondiale, si diffuse soprattutto con il fascismo, che a partire dalla fine del 1920 (e fino al 1925, quando poté disporre di tutta la macchina statale per assicurarsi il potere) lo utilizzò sistematicamente come strumento di lotta politica, organizzando gruppi di attivisti in squadre d’azione fasciste, il cui compito principale fu quello di svolgere azioni repressive nei centri operaî e contadini (spec. in Emilia). Successivamente, si parla di neosquadrismo con riferimento alla teorizzazione e alla pratica della violenza da parte di gruppi di estrema destra che si propongono di riorganizzare il disciolto partito fascista o le squadre di azione fasciste, riprendendone gli atteggiamenti, i simboli e i comportamenti.