stabilizzazione
stabiliżżazióne s. f. [der. di stabilizzare; cfr. fr. stabilisation]. – 1. L’operazione di stabilizzare, il fatto di stabilizzarsi o di venire stabilizzato, con riferimento a strutture, sistemi e apparati, materiali e prodotti, cui è opportuno assicurare o aumentare la stabilità, la capacità di resistere a forze e sollecitazioni esterne (v. anche stabilizzatore): a. Nelle costruzioni stradali e idrauliche, s. delle terre o del terreno, procedimento meccanico di miscelazione di un terreno con altre terre di diversa granulometria e con l’eventuale aggiunta di un legante idraulico o idrocarburato, attuato per migliorare le caratteristiche fisiche e meccaniche del terreno rendendolo adatto a determinati impieghi, come la formazione del sottofondo o della fondazione stradale, o anche della pavimentazione stradale stessa. b. In meccanica, s. dinamica di un sistema materiale, il complesso dei provvedimenti con cui se ne rende stabile il moto, eliminando o compensando le cause perturbatrici; s. giroscopica o girostatica, attuata con l’impiego di giroscopî o di girostati; s. dell’equilibrio, lo stesso che equilibramento. In partic., in veicoli e mezzi terrestri, marittimi e aerei, l’adozione di provvedimenti e sistemi per assicurarne e aumentarne la stabilità: sistemi, apparati di s. di automezzi, di navi, di aerei, di aeronavi, di mezzi spaziali. c. In elettrotecnica e in elettronica, s. della frequenza, della tensione, ecc. (e s. di un alternatore, di un alimentatore, di un generatore, ecc.), il complesso dei provvedimenti attuati in impianti di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia elettrica per mantenere la frequenza della corrente alternata o la tensione entro limiti ristretti, in modo da assicurare un corretto funzionamento degli apparecchi utilizzatori; s. della frequenza di un oscillatore elettrico, intervento inteso a ottenere le condizioni alle quali devono soddisfare gli oscillatori impiegati nelle telecomunicazioni e, in elettronica, come campioni secondarî di frequenza. d. In chimica, procedimento, consistente nell’aggiunta di sostanze stabilizzanti o in altri speciali trattamenti, con cui si impedisce o si ritarda l’alterazione di una sostanza o di un sistema: s. di vitamine, di esplosivi, di materie plastiche, di emulsioni. In chimica farmaceutica, speciale trattamento di sterilizzazione cui vengono sottoposte piante e droghe medicinali per stabilizzarne i principî attivi ritardandone il più possibile la degradazione. e. Nella tecnica metallurgica, s. di un metallo lavorato, trattamento termico inteso a ristabilirne un equilibrio molecolare perfetto. f. Nell’industria petrolifera, operazione, consistente in riscaldamento sotto pressione seguito da espansione in una colonna di frazionamento, con cui si privano le benzine e altri derivati del petrolio degli idrocarburi a più basso punto di ebollizione, per contenere la volatilità di tali prodotti entro i limiti prescritti. g. Nell’industria del legno, s. dimensionale del legname, trattamento cui si sottopone il legname da costruzione per limitarne la contrazione o la dilatazione conseguente alle variazioni del tenore di umidità dell’ambiente; può consistere: nella stagionatura naturale, lasciando i tronchi abbattuti all’aria per alcuni mesi; nella stagionatura artificiale, tenendo il legname per alcuni giorni in camere ad aria calda; nella verniciatura e nell’impregnazione del legname con resine termoindurenti solubili in acqua. h. Nell’industria tessile, trattamento per conferire ai tessuti stabilità dimensionale (decatissaggio per tessuti di lana o misti, sanforizzazione per tessuti di cotone o anche di fibre sintetiche). i. In enotecnica, s. dei vini, complesso di operazioni, effettuate durante la vinificazione o la conservazione (travasi, colmature, filtrazione, chiarificazione, pastorizzazione, ecc.), con cui si impedisce che il vino subisca alterazioni, e si assicura che conservi a lungo la limpidezza, il colore e il sapore. 2. L’azione di stabilizzare, il fatto di stabilizzarsi o di venire stabilizzato, nei varî usi e sign. estens. e fig., come durata e mantenimento nel tempo senza cambiamenti, variazioni e modificazioni rilevanti: s. politica, economica, sociale, e processo di s. di un assetto politico, di un ordine sociale, di una situazione economica; s. della moneta o monetaria, come mantenimento del potere d’acquisto della moneta; s. dei cambî, il provvedimento diretto a renderli stabili neutralizzando le oscillazioni dei corsi e le alterazioni della struttura monetaria e creditizia interna (per il fondo di s. dei cambî, v. fondo3, n. 2 e); s. delle condizioni meteorologiche o del tempo; s. delle condizioni di un malato; in rapporti di lavoro, come diritto di un dipendente alla permanenza in una posizione lavorativa: s. dei precarî della scuola, del personale con contratti atipici; s. dell’incarico o degli incaricati d’insegnamento universitario, come fase transitoria nell’attesa del passaggio in ruolo.