staccare
v. tr. [der. di tacca, col pref. s- (nel sign. 5)] (io stacco, tu stacchi, ecc.). – 1. a. Separare, disgiungere, levare via una cosa da un’altra alla quale è attaccata, collegata, appesa o comunque congiunta: s. un cartello, un manifesto, un quadro dal muro; s. la copertina di un libro; s. il cerotto; s. il collo di una camicia; s. due assi inchiodate o incollate insieme; s. una ricevuta, un assegno, dal libretto che li contiene; s. un foglio dal quaderno, una pagina dal libro, s. dal treno l’ultimo vagone; in partic., s. i cavalli (anche assol. staccare), scioglierli dal veicolo per lasciarli liberi o rimetterli nella stalla (e talora anche, spec. nel passato, come manifestazione di entusiasmo verso personaggi illustri e popolari, verso attori, cantanti, ballerine, ecc., da parte della folla che si sostituiva ai cavalli nel tirare la carrozza). Con riferimento a elementi congiunti naturalmente, indica di solito atto violento: con un morso gli staccò un orecchio; con un terribile fendente gli staccò la testa dal busto. In altri casi, rimuovere, allontanare, scostare cose vicine, accostate: s. un armadio dalla parete; s. la barca dalla riva. Con uso fig., non s. gli occhi da una persona, da una cosa, guardarla a lungo e con insistenza: non mi staccò gli occhi di dosso per tutto quel tempo. b. Nel rifl. staccarsi, disgiungersi, venire via, allontanarsi: si staccò adagio dal parapetto; se la balia, per divezzarlo, la bagna d’assenzio [la poppa], il bambino ritira la bocca, poi torna a provare, ma finalmente se ne stacca (Manzoni); in senso fig., abbandonare, lasciare, temporaneamente o per sempre: staccarsi dagli amici, dalla famiglia; mi riusciva penoso staccarmi da quei luoghi a me cari (cfr. anche distaccare, che in questa accezione ha, nel rifl., usi proprî). Riferito a cose, con valore intr.: mi s’è staccato un bottone; comincia a staccarsi l’intonaco dal soffitto; sono francobolli con poca colla e si staccano facilmente; staccarsi nettamente, di parte di un oggetto che viene via senza lasciare alcun residuo sulla superficie cui era attaccato; col senso di allontanarsi, scostarsi: la barca si staccò dalla riva. 2. Con sign. particolari: a. S. un taglio di stoffa, s. due, tre metri di tela, tagliare (o far tagliare) la stoffa, la tela dalla pezza; anche, s. un vestito, tagliare dalla pezza la stoffa necessaria. b. S. le parole, le sillabe, pronunciarle in modo da far sentire la separazione fra l’una e l’altra; s. le note, eseguire una serie di note, con lo strumento o con la voce, in modo che il suono di ciascuna di esse non si fonda col suono della successiva, ottenendo cioè l’effetto dello staccato (v.). c. Come sinon. di spiccare, in alcune sue accezioni: incominciare, dare inizio a (s. il bollore; s. la corsa); ant., emanare, spedire (s. un ordine, un mandato); ant., interrompere, sospendere (s. una pratica). d. Con uso assol., fam., cessare dal lavoro, finire il proprio turno di lavoro: quando stacchi la sera?; gli operai del primo turno staccano alle sei. e. intr. Risaltare, avere rilievo: figure di primo piano, che staccano bene dal fondo; metterei una guarnizione rossa che stacchi dal nero della gonna. Cfr., anche in questo sign., spiccare. f. Nelle riprese cinematografiche e in partic. televisive, effettuare uno stacco (v. stacco1, n. 2 c) con la macchina da presa. ◆ Part. pres. staccante, anche come agg. con valore intr. nell’espressione rocce staccanti, con cui si definiscono nell’arte mineraria le rocce che danno luogo facilmente a cadute di blocchi e di frammenti, come le rocce fratturate e talora quelle scistose con debole coesione tra gli strati. ◆ Part. pass. staccato, anche come agg. (v. la voce).