stare
v. intr. [lat. stare, da una radice indoeuropea] (pres. indic. sto 〈stò〉 [radd. sint.], stai, sta [radd. sint.], stiamo, state, stanno; pres. cong. stia [poet. ant. stèa], stia [poet. ant. stie], stia [poet. ant. stèa o stie], stiamo, stiate, stìano [poet. ant. stèano]; imperat. stai o sta’ [senza radd. sint.] o sta [con radd. sint.], state; fut. indic. starò, ecc.; pres. condiz. starèi, ecc.; imperf. cong. stéssi, ecc.; pass. rem. stètti [ant. stéi, stièi; pop. stièdi], stésti, stètte [ant. o pop. stè, stiè; pop. stiède], stémmo, stéste, stèttero [ant. stèttono, stérono, stièrono]; part. pass. stato; aus. essere). – 1. Fermarsi cessando il movimento: Qual masso che dal vertice ... Precipitando a valle, Batte sul fondo e sta (Manzoni). Con questo sign. è ormai solo dell’uso poet.; nel linguaggio com. si usa soltanto in alcuni casi partic., come nell’imperat. sta’!, invito rapido e improvviso a interrompere un’azione o un discorso, e in senso fig. sto, io sto, espressione con cui in qualche gioco di carte il giocatore annuncia di fermarsi, di non volere cioè altre carte. 2. a. Rimanere immobile, fermo: natura ... procede Per sì lungo cammino Che sembra star (Leopardi); Chinati i rai fulminei, Le braccia al sen conserte, Stette, e dei dì che furono L’assalse il sovvenir (Manzoni). Più spesso, restare, soffermarsi in un luogo, quindi non muoversi, non proseguire, non allontanarsi: E io, temendo no ’l più star crucciasse Lui che di poco star m’aveva ’mmonito, Torna’mi in dietro de l’anime lasse (Dante); l’uomo né per star né per fuggire, Al suo fisso destin può contradire (Ariosto); nell’infinito sostantivato: Qual negligenza, quale stare è questo? (Dante). Con questo sign., nel linguaggio com. l’uso assol. è raro (vuoi stare o andare?); di solito è determinato da un agg.: s. fermo, s. immobile (con senso più ampio: non sta fermo un minuto, di bambino irrequieto, di persona agitata, ecc.); o da avverbî di luogo: state lì e non vi movete!; sta’ dove sei; io sto qui e non me ne vado neanche se mi cacciano con la forza; con compl. di luogo indica immobilità meno rigida: sta’ al tuo posto; era cassiere, e ha dovuto s. a lungo dietro lo sportello; sta al tavolino dalla mattina alla sera; starò in casa tutto il pomeriggio. b. In usi fig., nei quali è più o meno presente e avvertita l’idea del «restare»: s. al proprio posto, s. a segno, s. a dovere, espressioni relative al comportamento morale o disciplinare; s. ai patti, s. alle regole, attenervisi; s. al fatto, ai fatti, attenersi strettamente ai fatti positivi, senza fare ipotesi più o meno infondate o divagare nel discorso. In frasi negative di uso letter. o ant., non s. dal ..., non s. di ..., non s. che ..., non astenersi, o non trattenersi dal fare una cosa: non poté s. che non gli rispondesse per le rime; Giannotto non stette per questo che egli ... non gli rimovesse simiglianti parole (Boccaccio); Ma che d’andar per questo ella non stesse (Ariosto); per l’uso, in senso simile, della forma starsi, v. più avanti al n. 12. Con sign. affine, seguito da senza e un infinito: non può s. senza combinarne qualcuna ogni giorno; non può s. senza dir male di qualcuno, non può farne a meno; ma in altri casi, spec. quando senza è seguito da complemento, il verbo stare ha valore autonomo (equivalendo a «vivere» o «resistere»): non posso s. senza i miei libri, senza di lui, senza sue notizie. c. Indugiare, attendere, rimanere sospeso: stette un po’ prima di rispondere (più chiaramente: stette un po’ incerto, in forse, soprappensiero, ecc.); ond’io lasciai la cima Cadere, e stetti come l’uom che teme (Dante); la donna, udito questo, alquanto stette (Boccaccio); Che stai? già il secol l’orma ultima lascia (Foscolo). Nelle espressioni s. poco, molto, tanto a fare qualcosa, tardare, metterci più o meno tempo: il babbo è fuori ma non starà molto a tornare; starà poco a piovere, ecc. Di persone, trattenersi in un luogo: se vuoi s. ancora, sta’ pure, io me ne vado; vado a far visita a un amico, ma ci starò poco; è stata fuori tutta la sera; stette quasi sei mesi in Svizzera. Ormai raro, riferito a cose, durare, mantenersi, reggere: usanze che stettero a lungo; questo tempo dovrebbe stare; ma in qualche caso, riferito al tempo, equivale invece a passare, trascorrere: poco stando; stando alcuni giorni; né stette guari che la giovane ... subitamente si levò in piè (Boccaccio). d. Con varî sign., la locuz. lasciar stare (propr., lasciare che una cosa stia, cioè rimanga dov’è o com’è), non toccare una cosa, o non prenderne: lascia s. le mie carte!; lasciate s. la marmellata, bambini!; analogam., di persona: Morte fura Prima i migliori, e lascia star i rei (Petrarca); in altri casi, non muovere, non agitare: la crema, appena fatta, va lasciata s. perché si rassodi; in senso fig., non occuparsi di qualche cosa: per quella faccenda, lascia s., ci penserò io; e assol., desistere: la sua proposta incontrò tale opposizione, che egli lasciò stare; o non pensarci più, non insistere: il discorso sarebbe troppo lungo, ma lasciamo stare! Di persona (o d’animale), non disturbare, non infastidire: lasciami s., che ora ho da fare; lascia s. il gatto!; prov., scherza coi fanti e lascia s. i santi; fig., non nominare, non far entrare o coinvolgere in una questione spiacevole: lascia s. mio fratello, che qui non c’entra; con altro senso, di persona che raggiunga l’eccellenza in qualche cosa: di musica non capisce niente, ma come pittore bisogna lasciarlo stare. Come formula di preterizione, lasciamo s. che ..., a parte il fatto che, a prescindere dal fatto che: lasciamo s. che anche lui non è uno stinco di santo! 3. Essere o rimanere ritto, tenersi in piedi; usato assol., è raro e per lo più solo fig.: chi, possendo star, cadde tra via Degno è che mal suo grado a terra giaccia (Petrarca); per lo più si determina: s. ritto, s. in piedi; in partic., s. su, tenersi ritto, reggersi sulla vita (anche di cosa, reggersi in posizione verticale), e per estens., stare in piedi, cioè sveglio, senza andare a dormire: sono stato su tutta la notte per assisterlo; fig., s. su (con lo spirito), non abbattersi, farsi coraggio, tenere alto il morale. In alcune espressioni, i due sign. fondamentali (ed etimologici) di essere fermo e essere ritto si fondono: non s., o non startene, non te ne stare, lì impalato, fa’ qualche cosa!; Sta come torre ferma, che non crolla Già mai la cima per soffiar di venti (Dante). 4. a. Essere, trovarsi, permanere in un dato luogo, o in una determinata condizione: stava ad attendermi all’angolo della strada; s. alla porta, alla finestra (per l’uso fig. di s. alla finestra, v. finestra, n. 1 b); s. intorno al fuoco; s. in casa, all’aperto, al coperto, all’aria, al chiuso; s. al fresco, all’ombra, al sole (e analogam. s. al buio, s. con la luce accesa, s. a finestre chiuse, spalancate, ecc.); s. in fila; s. in compagnia; s. in disparte; preferisco star solo; con valore un po’ diverso: sta tutto il giorno senza far nulla. In qualche caso, trovarsi o rimanere esposto, soprattutto a disagi: s. alle intemperie, alla pioggia, al vento, al freddo; E io anima trista non son sola, Ché tutte queste a simil pena stanno (Dante). Spesso, indicando il posto in cui si sta, si allude al compito, all’ufficio che si svolge: sta alla cassa; sta in cucina; sta al timone; sta all’ufficio delle ipoteche; e così s. di sentinella, di guardia; s. al comando, ecc. b. Abitare, avere la propria residenza o dimora: ora sto a Torino; stiamo sempre in via Tagliamento (più chiaramente: star di casa); sta qui il signor Rossi?; s. a pianterreno, al 2° piano; sta al piano di sopra, nell’appartamento attiguo al mio, nel palazzo di fronte; io e lui stiamo porta a porta; è una casa disabitata, da tempo non ci sta più nessuno. Per estens., di negozî, uffici, enti, avere sede: la succursale della banca sta in Corso Mazzini; dove sta la Posta? c. Al sign. di abitare, dimorare, si unisce spesso quello di vivere: sta quasi sempre a Parigi; stiamo sei mesi in città e sei mesi in campagna. Con accezioni affini: s. a pensione presso una famiglia; ha preferito s. da sé, avere casa propria; precisando il modo di vivere, di trattarsi, cioè il tenore di vita condotto: s. come un papa, come un principe; stanno come signori. Più lontano dai sign. precedenti, per indicare il metodo di vita limitatamente al vitto: s. a dieta, a regime, a pane e acqua, ecc. d. Stare con (o insieme a) qualcuno, abitare nella stessa casa: ha già trent’anni, ma sta sempre con i genitori; è andata a s. con una sua nipote (anche da una sua nipote); talora, convivere, di persone non unite legalmente o tra le quali esista una relazione sentimentale: è stata con lui parecchi anni; hanno deciso di s. insieme; tenersi accanto, vicino a qualcuno, essere in compagnia: io cammino avanti, tu stai con la zia; è una persona simpatica con cui si sta volentieri; è così antipatico che non ci si può stare insieme. In senso fig., s. con uno, essere d’accordo con lui, seguirne le idee, le opinioni, far causa comune: con chi stai tu?; stai con noi?; oppure, uniformarsi al giudizio, alla decisione, al comportamento: io? sto con voi (anche: sto a quel che fate, a quel che decidete voi); io sto coi frati e zappo l’orto, modo prov. scherz. con cui ci si rimette alla decisione della maggioranza. Col senso di parteggiare, anche s. per (e al contrario, s. contro, prendere posizione avversa): tu stai per l’Inter o per il Milan?; e s. da, in frasi come: sto anch’io dalla tua, dalla vostra; mi pareva che tu stessi piuttosto dalla loro, e sim. 5. a. Essere collocato, avere la propria sede, il proprio posto in un luogo, riferito a cose e oggetti: il libro che t’interessa sta sullo scaffale in alto; dove stanno gli attrezzi?; di edifici, paesi, luoghi geografici, essere situato: la villa sta in cima a un colle, sulle rive del lago; i villaggi che stanno verso il confine. b. Trovare posto, entrarci, esser contenuto: tanta farina quanta ce ne sta in un sacco; dammene un litro, se ci sta nella bottiglia; Né può star cosa vil drento al tuo seno (Poliziano); un teatro in cui possono s. oltre duemila spettatori. Comuni le espressioni fig.: non s. in sé dalla gioia, essere estremamente felice, contento; cose che non stanno né in cielo né in terra, assurde, incredibili. 6. a. Accompagnato da varie determinazioni, specifica la postura, l’atteggiamento di una persona: s. seduto o a sedere; s. disteso, sdraiato, prono, supino; s. in ginocchio; s. col busto eretto, a schiena curva, a capo chino o basso, a naso all’insù, a bocca aperta; s. in punta di piedi, reggersi sulle punte dei piedi soprattutto per vedere meglio superando un ostacolo davanti; s. con le mani giunte, con le braccia conserte; cerca di s. più composto; s. in riposo; s. in poltrona; s. in trono o sul trono; s. a letto; s. a cavallo (e per indicare capacità: saper s. a cavallo, in sella); in partic., sedere, nelle locuz. s. a tavola, s. a mensa; non sa s. a tavola, non sa comportarsi come si deve quando si è a tavola. Più genericam., indicando la posizione rispetto ad altro: s. davanti, dietro, a destra, a sinistra (di una persona, oppure di un mobile, ecc.); s. sopra, essere nella parte superiore; in senso fig., non com., s. sopra di sé, essere in dubbio, sospeso, soprattutto prima di dare una risposta; s. sopra o s. addosso a uno, premerlo, incalzarlo, e, in senso fig., sollecitarlo, fare forti pressioni su di lui. In determinati casi, tenersi, mantenersi in una data posizione o condizione: s. in equilibrio; s. a galla (anche di cose, galleggiare); non riuscivo a s. sveglio, ecc. Indicando le sensazioni soggettive provocate da una particolare postura o situazione: s. comodo, s. a disagio, s. larghi, s. stretti, ecc. b. Con altre determinazioni, per specificare il comportamento, il contegno, lo stato d’animo d’una persona: s. buono, calmo, tranquillo; s. in ozio; s. zitto; s. attento, in guardia, all’erta, sul chi vive (v. chi vive?), s. tutt’orecchi; s. in ansia; s. col cuore in pena; s. sulle spine; s. sulle sue, fare il sostenuto, non dare confidenza. c. Mantenersi, con particolare riguardo allo stato e alle condizioni del corpo: si avvolse nella coperta per s. caldo; stia bene!, stia sano!, fam. stammi bene!, region. statti, e statevi, bene!, formule di saluto e d’augurio nel congedarsi. d. Con varî sign. le locuz. star bene, star male (e quindi star meglio, peggio, ecc.). Riguardo alla salute fisica, essere sano, oppure ammalato, indisposto: oggi sto bene, sto meglio, peggio, così così; sono stato male per una settimana; chiedendo: come stai?; e determinando: come stai con la gola, con l’orecchio, con l’intestino?, ecc. In qualche caso, trovarsi comodo o scomodo: «Vuole sedersi?» «Grazie, sto bene anche in piedi»; se stai male su quella sedia, prendine un’altra; e con senso più astratto, trovarsi a proprio agio, oppure a disagio: io sto bene solo, sto male in compagnie troppo rumorose. Riguardo alle condizioni economiche, alle comodità della vita: è uno che sta bene; non hanno da scialare ma stanno bene; è una famiglia che sta maluccio da quando è morto il padre; si stava meglio quando si stava peggio, frase prov.; sostantivato: gli è venuto a noia lo s. bene (o il bene stare); specificando: star bene, star male a quattrini, averne abbondanza o scarsezza (anche d’altre cose: stiamo male a vino per la cena di questa sera, ne abbiamo poco; come stai a benzina?, ne hai abbastanza nel serbatoio?). Di indumenti, star bene, adattarsi alla persona, essere della giusta misura, oppure conferire un bell’aspetto: ti stanno bene le scarpe? (mi stanno bene, mi stanno larghe, mi stanno strette); questa giacca ti sta molto bene (e così: ti sta a puntino, ti sta a pennello; al contr., ti sta male, non è adatta a te, ti fa dei difetti); questi occhiali ti stanno molto bene al viso; con altra costruzione: stai bene vestita così, stai bene con questo cappotto. D’altre cose, con sign. affini: quel quadro non mi pare stia bene su quella parete; nel sugo ci sta bene un po’ di cipolla; qui ci starebbe bene un punto e virgola, ecc. Essere conveniente, addirsi, confarsi: ti pare che stia bene rispondere così?; non sta bene ascoltare i discorsi degli altri; a una ragazzina come te queste maniere non stanno bene; ant., con la prep. in: per sapere la ragion delle cose e la cagion d’esse, il che ottimamente sta in gentile uomo, tornò da Parigi a Firenze (Boccaccio); con uso assol., sta bene, formula di approvazione, di consenso. Con compl. di termine, a proposito di cosa spiacevole che sia accaduta e che si ritiene meritata: ti sta bene, perché non m’hai voluto dar retta; gli sta bene, così imparerà; sono stato imbrogliato e mi sta bene, perché sono uno stupido; più efficacemente: ben ti sta, ben gli sta, ecc. 7. In molti casi ha lo stesso sign. e la stessa funzione di essere (a cui nell’uso di alcune regioni si sostituisce anche in frasi dove la tradizionale norma linguistica esigerebbe soltanto essere, come per es. nelle espressioni stare simpatico, stare antipatico, e sim.): dimmi le cose come stanno realmente; trascrivere, ricopiare un passo come sta, così com’è, senza cambiare nulla; sta scritto nella Bibbia, nel Vangelo che ...; è una cosa che mi sta a cuore, che m’importa molto (più raro, essere a cuore, come adattamento della locuz. lat. esse cordi alicui). Ma di solito stare esprime più di essere la durata, la continuità di un atteggiamento, di una condizione: puoi s. sicuro, tranquillo, contento; s. in meditazione; ho saputo che sta all’ospedale; c’è davvero da s. allegri!, ecc. Locuz. particolari: il fatto sta così, sta così e così, insistendo sulla puntuale verità di un fatto o di un’informazione; l’opera sta altramenti che voi non pensate (Boccaccio); stando così le cose ..., stando la cosa in questi termini ..., dal momento che i fatti sono questi, che la situazione reale è questa; il fatto sta che ... (e senza articolo, fatto sta che ...), sta di fatto che ..., espressioni molto efficaci con cui si cita un fatto reale, e s’insiste sul suo sostanziale valore, in appoggio o in contrasto a un’opinione, a un’affermazione generica: dite quel che volete, ma il fatto sta che le cose vanno di male in peggio; non so se il costo della vita aumenti o diminuisca: fatto sta (o sta di fatto) che i soldi non bastano mai. 8. a. Consistere: Un gran proverbio Caro al Potere Dice che l’essere Sta nell’avere (Giusti); in questo sta la dignità, la giustizia, il decoro; e qui sta il tuo errore; talora partecipa dei sign. di consistere e di trovarsi: qui sta il bello, il difficile, il punto debole; lì sta il busillis; la difficoltà sta tutta qui. b. Dipendere: sta in me, in lui, dipende da me, da lui; sta in voi se accettare o no. Più com. con la prep. a, e con maggiore varietà di sign., appartenere, toccare, spettare, essere in facoltà di: sta a te decidere; sta al governo far rispettare le leggi; sta a voi provvedere; non sta a me pensarci; ora sta a te giocare, sta a te far le carte; a te sta omai o il volere qui appresso di me dimorare o volerti con ogni cosa che donata t’ho in Acaia tornare (Boccaccio); se fusse stato a lui, Annibale sarebbe ancora in Italia (Machiavelli). c. Con valore proprio, nell’espressione tutto sta (nel, o se, o che ...), la cosa più importante, la cosa essenziale è: tutto sta nel cominciare; tutto sta se lui accetta; tutto sta se riusciremo a convincerlo; tutto sta che non se n’accorga; tutto sta che si mettano d’accordo loro due. 9. Altri valori della locuz. stare a, in relazione al compl. che segue: a. S. alle apparenze, badare alle apparenze, farne gran caso, oppure limitarsi, nel dare un giudizio, alle apparenze; s. alle parole di uno, o s. a ciò che dice, affidarsi, fondarsi; stare o saper stare allo scherzo, agli scherzi, accettarli con spirito, esserne oggetto senza aversene a male. D’altre cose, spec. nella forma starci, prendere parte, contribuire: se si decide di fare una gita, io ci sto; se gli facciamo un regalo collettivo, io ci sto per cento euro; oppure accettare, consentire, aderire: gli ho offerto di collaborare con me, e pare che lui ci stia; quindi anche non rifiutare, o sottomettersi, non reagire: gliene combina di tutti i colori, e quello sciocco ci sta!; con riferimento a donna (meno com. a uomo), starci, essere disponibile a un rapporto amoroso. Sign. del tutto diverso ha la locuz. starci dentro, con riguardo a vendite, affari, impiego di capitali e sim., sinon. di rientrare, rientrarci nel loro uso fig. (v. rientrare, n. 1 c): abbiamo avuto un forte calo di clienti quest’anno e ci staremo dentro appena. b. In matematica, stare a, essere in dato rapporto: 4 sta a 2 come 6 sta a 3, il rapporto di 4 a 2 è uguale al rapporto di 6 a 3, e così via. 10. Costare (sign. che già il verbo aveva in latino, e che nella nostra lingua non è più com. se non in alcune frasi): a quanto sta ora il grano?; calcolate le spese di trasporto, il vino ci viene a stare a poco più di tre euro il litro. 11. Con funzione di ausiliare o di verbo fraseologico: a. Seguito da un gerundio, serve a indicare un’azione in corso, nella sua attualità e continuità: cosa stai facendo?; sto cercando di convincerlo; li trovai che stavano cenando; stavo appunto discorrendo di questo; stai ancora riparando il televisore?; stavo tornando a casa quando lo incontrai. b. Seguito da a e un infinito, esprime più particolarm. la continuità, il prolungarsi dell’azione: Rimontò sul destriero, e ste’ gran pezzo A riguardar che ’l Saracin tornasse (Ariosto); stette un pezzo a pensarci su; stavano ancora lì a chiacchierare; è inutile s. a discutere. Spesso è pleonastico, riempitivo: non mi stare a dire che non ti piace (= non mi dire); non stette a farmi complimenti (= non mi fece); non vi sto a dire se mangiò con appetito, ecc.; ma anche in questi casi, aggiunge di solito al verbo principale l’idea di una certa continuità o insistenza nell’azione, oppure di una volontà deliberata, e sempre conferisce efficacia all’espressione: stammi a sentire, chiedendo attenzione; perché stai lì a guardare?; non ti stare a confondere!; non stia a prendersi disturbo per me; non vi state a lambiccare il cervello, ecc. Con valore e tono partic., s. a vedere, esprime, nell’imperativo, sarcastica meraviglia: sta’ a vedere ora che la colpa è mia; state a vedere che pretenderà anche d’essere pagato; con uso assol., s. a vedere, tenersi inoperoso guardando agire gli altri, in attesa di conoscere quale piega prenderanno gli avvenimenti: se la sbrighino loro: io per ora sto a vedere, poi deciderò; più genericam., s. a guardare, non intervenire, non dare aiuto, e sim.: aiutami, non stare lì a guardare come un mammalucco!; i due si davano botte da orbi, mentre gli altri stavano a guardare. Seguito da per e un infinito, indica intenzione o imminenza, equivale cioè a «essere sul punto di, essere in procinto di»: sto per uscire; stavo per cadere; stavo per dirla grossa; temo che stia per piovere. Con valore speciale, sto per dire, starei per dire, modi di attenuare la forza di un’espressione, di un giudizio negativo: questa è, starei per dire, una vera mascalzonata. 12. Con l’uno o con l’altro dei sign. fondamentali, si accompagna spesso con la particella pron., starsi e più com. starsene, per maggiore efficacia e per sottolineare l’idea dell’immobilità o della permanenza in una condizione: se ne stava tutto solo; statevene lì tranquilli; piuttosto che lavorare, preferisce starsene tutto il giorno con le mani in mano; invece di starsene a casa in pace e in silenzio, visto il rischio che aveva corso, nossignori, andò intorno ancora a provocare i contadini, a fare il giullare (Dario Fo). In usi ant. o letter., fermarsi, star fermo: Se i piè si stanno, non stea tuo sermone (Dante); restare, rimanere: se ci volete venire, ci venite, e se no, sì vi state (Sacchetti); trattenersi, desistere dal fare qualche cosa: il maestro ... non sapeva che farsi, se sù vi salisse o se si stesse (Boccaccio); nella forma negativa, non starsi da, non desistere, non cessare dal fare una cosa: non se ne stavano di provocarli, con visacci e con grida di scherno (Manzoni). ◆ Part. pres. stante, anche con usi e sign. partic. (v. stante1). ◆ Part. pass. stato (v. stato1).