statico1
stàtico1 agg. [dal gr. στατικός «atto a fermare, che riguarda l’equilibrio», der. della radice στα- di ἵστημι «stare»] (pl. m. -ci). – 1. Relativo all’equilibrio, alla quiete: le soluzioni s. di un problema meccanico; pressione s.; equilibrio s., in contrapp. a equilibrio dinamico, l’equilibrio delle forze in un sistema in quiete e in partic., in fisiologia, le condizioni di un organismo in quiete, per es. dell’organismo umano nella stazione eretta, da fermo; sollecitazione s., in contrapp. a sollecitazione dinamica, sollecitazione applicata a un corpo in modo da non turbarne l’equilibrio, da non provocare scosse, fenomeni vibratorî, ecc. Il termine è anche usato, nel linguaggio com., con riferimento alla stabilità di una costruzione: condizioni s. buone, cattive, allarmanti; controllare la situazione s. di un edificio, di una struttura. 2. fig. a. Immobile, che non ha movimento, o, in senso traslato, che non tende a svilupparsi, a evolversi, a modificarsi: politica s.; concezione s. della vita, dell’arte, ecc. Si contrappone in genere a dinamico. b. Nel linguaggio delle arti figurative, che dà un’impressione di riposo, di stabilità: una composizione simmetrica, geometrica, costruita secondo linee prospettiche (come, tipicamente, nell’opera di Piero della Francesca) è necessariamente statica. c. Economia s., in contrapp. a economia dinamica, quella riferita a un determinato istante e non a un processo nel tempo. d. In petrografia, metamorfismo s., metamorfismo prodotto per effetto di un aumento di calore e di pressione, ma in assenza di pressioni orientate, per cui la scistosità è soltanto accennata. ◆ Avv. staticaménte, per ciò che riguarda la statica: struttura staticamente determinata, lo stesso che struttura isostatica (v. isostatico2 nel sign. 2); in modo statico, da un punto di vista statico: una società staticamente concepita; una costruzione staticamente compromessa.