statua
stàtua s. f. [dal lat. statua, der. di statuĕre «collocare, innalzare»]. – Opera di scultura, a tutto rilievo (o, come anche si dice, a tutto tondo), che rappresenta una figura umana o animale, oppure un’idea o un concetto astratti raffigurati in forma umana o animale: s. di marmo, di pietra, di bronzo, di legno, di gesso, di cera; s. d’avorio, d’oro, criselefantina; modellare, scolpire una s.; fondere una s. (di bronzo). Spesso seguito da un compl. di specificazione indicante il nome dello scultore: una s. di Michelangelo, del Canova, di Manzù, ecc.; o anche il soggetto scolpito: una s. di Gesù, della Madonna; una s. di Giove, di Minerva, della Medusa; la s. della Fortuna; la s. della Libertà nel porto di New York. Talvolta è sinon. di monumento, nel caso in cui sia eretto a singola persona e non costituito da un gruppo scultoreo: la s. di un condottiero, di un grande statista; la s. di Mazzini, del Cavour; s. equestre (v. equestre); erigere, innalzare una s.; inaugurare, scoprire una s.; buttar giù, abbattere, atterrare una statua. Con valore generico: il piedistallo, la base della s.; villa, scalinata ricca di statue; le s. della fontana, della chiesa, di un parco della rimembranza, del cimitero. In senso fig., come termine di confronto per indicare immobilità e silenziosità di una persona, oppure un atteggiamento particolarmente solenne e maestoso; talora anche insensibilità, inespressività: sembrava una s.; stava immobile e silenziosa come una s.; quella donna è una s., una vera statua. ◆ Dim. statüétta, statüina, piccola scultura originale o riproduzione di altra opera di dimensioni maggiori: una statuetta etrusca, una statuina cinese; statuine di marmo, di gesso; gioco delle belle statuine, gioco infantile, tipicamente femminile: a un ordine dato o alla fine d’un girotondo o d’una breve filastrocca, ogni bambina assume un particolare atteggiamento rimanendo immobile; quella di loro che fa da giudice decide quale sia la statuina più bella, cioè la compagna che ha assunto una posa più aggraziata.