stele
stèle (raro stèla) s. f. [dal gr. στήλη, lat. stela o stele] (pl. -e, raro -i). – 1. Lastra oblunga di marmo o di pietra, ornata con decorazioni, bassorilievi, iscrizioni e sim., infissa nel terreno o poggiata su un basamento, avente lo scopo di ricordare un seppellimento (s. funeraria), lo scioglimento di un voto (s. votiva), un fatto memorabile avvenuto in quel luogo, o anche di indicare un termine di confine: le s. greche, etrusche, romane; le s. mesopotamiche; le s. egizie del 3° millennio a. C.; una s. neolitica; le s. felsinee del 5° e 4° secolo a. C.; la s. di Rosetta, pietra di basalto nero del tempo di Tolomeo Epifane (196 a. C.), trovata nel 1799 presso la città di Rosetta (l’odierna Rashīd), su una foce del Nilo, recante un’iscrizione in tre scritture diverse (egiziano geroglifico, egiziano demotico e greco), sulla base della quale J.-F. Champollion riuscì a decifrare la scrittura geroglifica. 2. In botanica, la parte interna del caule, detta anche cilindro centrale, formata dal periciclo che avvolge i fasci conduttori immersi nel parenchima midollare; a seconda del tipo, numero e disposizione dei fasci conduttori, si distinguono diversi tipi di stele: da quello primitivo con un solo fascio, la protostele, a quelli più evoluti con più fasci conduttori, come l’eustele e l’atactostele.