stendere
stèndere v. tr. [lat. extendĕre, comp. di ex- e tendĕre «tendere»; cfr. estendere] (coniug. come tendere). – 1. Allungare o allargare, svolgere e spiegare, ciò che era contratto, stretto, oppure piegato, ravvolto, ammassato (in alcuni usi si alterna con distendere, che però ha in genere tono più elevato): s. le gambe, le braccia; s. la mano, per avvicinarla a un oggetto, per afferrarlo o toccarlo (stese la mano per prendere la pistola, o per fargli una carezza), o anche portarla avanti aperta per chiedere o ricevere l’elemosina (non voglio mica ridurmi a s. la mano!); s. la tovaglia sulla tavola, s. per terra un tappeto; s. un velo (pietoso) su una cosa, per ricoprirla, e, in senso fig., per dimenticare un fatto spiacevole e non parlarne più (sì, è stata un’azione non bella, la sua: ma stendiamoci un velo sopra); s. i panni o il bucato ad asciugare (anche assol.: vado un momento fuori a s.), s. le reti al sole o all’aria; s. (o distendere) le vele o una vela, un cavo, in marina; s. i fili telefonici, per mettere in opera una linea; s. (più com. tendere) uno spago, una corda, una fune, svolgerli per tenerli tesi tra due punti; letter. o raro per tendere nelle espressioni s. l’arco, s. la corda dell’arco: ben stendi dell’arco Il nervo al lato manco (Parini). In partic., riferito a una sostanza densa e compatta, plastica, spianarla per ridurla a uno spessore sottile e allargarla: s. la pasta col matterello, ridurla in sfoglia per poi tagliarla; s. la crema o la marmellata su una torta, distribuirla in uno strato uniforme; s. (ma più com. spalmare) il burro sul pane; s. i colori con il pennello, s. una vernice a smalto con la spatola, s. il mastice con la stecca. 2. Con compl. oggetto di persona: a. Mettere a giacere, collocare giù disteso: è svenuta, stendetela sul divano; estrassero il ferito dall’auto contorta e lo stesero a terra; nel rifl.: non mi sento bene, vado a stendermi sul letto; dopo la nuotata si stese al sole ad asciugarsi. b. Abbattere, mettere a terra: il pugile stese l’avversario al primo round; anche in usi iperb.: se non la smetti di darmi fastidio, ti stendo; e con più puntuale determinazione: con un pugno lo stese a terra; per estens., uccidere in modo violento: con una sventagliata di mitra li stese tutti e due. 3. Mettere per iscritto, comporre, redigere: s. un articolo, una relazione, una bozza di contratto; s. una sentenza, con riferimento al giudice; il libro è quasi finito, mi resta da s. solo l’ultimo capitolo. 4. a. Come sinon. di estendere, nel sign. di ampliare, allargare, o anche di spingere fino a un determinato limite: s. le proprie conquiste, il proprio territorio; voleva sapere fin dove Sparta stendeva i confini (Vico). b. Più com. l’intr. pron., stendersi, occupare un’area, avere una certa estensione: la pianura padana si stende dal Piemonte all’Adriatico; il dominio romano, sotto Augusto, si stendeva su quasi tutte le terre allora conosciute. Anche in usi fig.: quantunque carità si stende, Cresce sovr’essa l’etterno valore (Dante); il maestro, la cui scienza non si stendeva forse più oltre che il medicare i fanciulli del lattime (Boccaccio). E con riferimento a persona, dilungarsi in un discorso: non mi stenderò più oltre su questo argomento. 5. Allentare (come contrario di tendere): al cacciar posa ferono; Ciascun s’affretta a lacci e reti stendere (Poliziano), finita la caccia allentano le reti per trarne la selvaggina. ◆ Part. pass. stéso, anche come agg. e s. m. (v. la voce).