stenografia
stenografìa s. f. [comp. di steno- e -grafia, sul modello dell’ingl. stenography]. – 1. Scrittura manuale abbreviata rispetto alla grafia alfabetica, realizzata con segni particolari e opportune norme abbreviative della parola e della frase, allo scopo di consentire una trascrizione più rapida del discorso parlato (necessità oggi superata dalle moderne tecniche di registrazione automatica della voce); anche se fin dall’antichità fu avvertita l’esigenza di una scrittura di tale tipo (per es., nell’antica Roma, le note tironiane), la stenografia in senso moderno nacque in Inghilterra nel sec. 17° per opera di John Willis (1575-1625), cominciando a svilupparsi con la creazione di varî sistemi, studiati soprattutto dal punto di vista grafico e linguistico (tra i più importanti quelli ideati dall’ingl. S. Taylor e dal ted. F. X. Gabelsberger, rispettivam. nei secoli 18° e 19°), rielaborati e spesso opportunamente adattati alle esigenze delle diverse lingue (per es., il sistema Gabelsberger, adattato all’italiano nel 1863 da E. C. Noë). S. meccanica, cioè non manuale, come sistema e tecnica di abbreviazione della scrittura a macchina (più propriam. stenotipia). 2. Materia d’insegnamento, nel passato, per molti anni obbligatoria in scuole tecnico-professionali (l’insegnamento in Italia è stato sostanzialmente basato su quattro sistemi riconosciuti: Gabelsberger-Noë, Meschini, Cima, Stenital Mòsciaro): frequentare un corso di stenografia.