sterilita
sterilità s. f. [dal lat. sterilĭtas -atis, der. di sterĭlis «sterile»]. – Qualità, condizione di ciò che è sterile, nei varî usi dell’aggettivo. 1. a. In biologia, l’inettitudine, in individui (umani o animali) in età normalmente feconda, a concepire o fecondare, dovuta a molteplici cause: mancata produzione di cellule germinali (spermatozoi e ovuli), assente o insufficiente o anomala vitalità da parte di queste, impervietà o altre malformazioni delle vie genitali femminili, alterazioni degli organi genitali per processi infiammatorî, esiti cicatriziali, ecc. b. In botanica, detto di pianta o di sue parti incapaci di produrre disseminuli (gameti, spore, frutti, semi, ecc.) o di generare un nuovo individuo. c. Con riferimento a superfici più o meno ampie di terra, condizione del terreno coltivato, la cui produzione riesce scarsa o nulla: può essere dovuta all’eccesso di uno dei costituenti principali del suolo, o di sali solubili che rendono troppo concentrata la soluzione circolante, o allo spessore del suolo troppo limitato, all’eccesso di umidità o di acqua che ristagna, ecc.: costretti dalla stagione ..., e dal mancamento delle vettovaglie per la s. del paese, ripassorno i monti Pirenei (Guicciardini). d. fig. Improduttività, incapacità di produrre effetti validi o utili: s. dell’ingegno; la s. di un provvedimento, di una iniziativa, di una discussione; la s. non è morte, piuttosto una squisita e feroce astuzia per appartarsi (Giorgio Manganelli). 2. In medicina, l’assenza di microrganismi, ottenuta mediante la sterilizzazione (e che, in chirurgia, è condizione necessaria per l’asepsi).