sterilizzazione
steriliżżazióne s. f. [der. di sterilizzare]. – L’operazione di sterilizzare, e l’effetto; anche, il modo con cui tale operazione viene effettuata. 1. In senso proprio: a. In biologia, soppressione della normale capacità di generare (nel maschio) o di concepire (nella femmina): s. di individui umani o animali; s. chirurgica di un uomo o di una donna, di un cavallo, di una gatta. b. In medicina e in biologia, e nell’industria alimentare e farmaceutica, eliminazione di tutti i microrganismi viventi, patogeni e no, e delle loro spore, da oggetti (strumenti chirurgici, vetreria, tessuti, ecc.) o da sostanze varie (medicinali, alimenti da conservare, terreni di coltura per batteriologia, ecc.), attuata con metodi diversi a seconda dei casi: s. con mezzi fisici, come il calore e le radiazioni sterilizzanti, usati soprattutto per prodotti alimentari o farmaceutici, per materiali di impiego sanitario e chirurgico, ecc.; s. con mezzi chimici, come l’ossido di etilene, l’ozono, l’ossido di propilene, ecc., usati soprattutto per la disinfezione o la distruzione di forme vegetative di microrganismi patogeni in ambienti; s. con mezzi chimico-fisici, come la filtrazione, che consiste nel far passare il mezzo da sterilizzare, liquido o aeriforme, attraverso speciali filtri che non permettono il passaggio di microrganismi. 2. Annullamento della capacità o facoltà di produrre determinati effetti: un lavoro ingrato e alienante ha provocato, in quel pittore, la s. delle sue doti creative. Nel linguaggio econ., s. della scala mobile, riduzione, comunque ottenuta, del punto della contingenza; s. dell’oro, l’insieme delle misure intese a impedire che l’afflusso di oro dall’estero determini un aumento interno dei prezzi (espressione coniata in riferimento alla politica antinflazionistica degli Stati Uniti d’America dopo la prima guerra mondiale).