stesa
s. f. Nel gergo della camorra, violenta azione di intimidazione consistente nell’attraversare velocemente a bordo di motorini le vie di determinate zone cittadine, sparando tutt’intorno con l’effetto di costringere le persone a stendersi per terra. ◆ Se vuoi terrorizzare un territorio senza iniziare una lunga guerra tra famiglie criminali, devi fare molte stese. "Fare le stese" significa correre sui motorini e sparare a tutto e tutti. Tutti si buttano a terra, stesi, perché terrorizzati, pietrificati. Poi se qualcuno lo stendi davvero, se lo ammazzi, è danno collaterale. Possibilmente da evitare perché le stese riuscite meglio non dovrebbero provocare danni collaterali. Ma se accade, accade. (Roberto Saviano, Repubblica.it, 8 settembre 2015, Cronaca) • È nato nel rione Sanità e lì sopravvive da sempre questo ragazzo di 26 anni che ha paura di essere riconosciuto ma che ha voglia di raccontare come si convive con le “stese”. Si chiamano così i raid intimidatori che le paranze (i gruppi di fuoco) dei clan della nuova camorra, compiono per terrorizzare e controllare il territorio e lanciare messaggi di morte alle bande rivali. Nessun riguardo per gli innocenti che possono finirci in mezzo: nel calcolo della “stesa” c’è anche il rischio di una strage: «Quelli fanno il loro lavoro, per il momento sparano e poi si vede. Anche Genny Cesarano è morto così e ci sono ragazzi colpiti per sbaglio mentre buttavano l’immondizia o passeggiavano nel rione», spiega il nostro testimone. (Amalia De Simone, Corriere del mezzogiorno.it, 28 giugno 2016, Cronaca) • Spari, botti, esplosioni. Dal Rione Traiano, ai quartieri orientali fino al centro storico sono diventati suoni e rumori familiari. È la nuova frontiera del crimine cittadino. Sono le «stese», neologismo tutto nostro che descrive l'ostentazione di una sterile violenza, la spedizione a bordo di scooter con spari alla cieca. Mostrare i muscoli, per segnare un territorio, costringere i passanti a mettersi stesi a terra per coprirsi impauriti. (Gigi Di Fiore, Mattino.it, 26 novembre 2017, Cronaca Napoli) • C’è una grande rabbia sociale. Non confondiamo però le “stese” con le baby gang che vanno interpretate e discusse in maniera diversa. Le “stese” sono un fenomeno camorristico preciso, una forma di governo del territorio che viene ristabilito e consolidato da nuovi clan in alcune parti della città, e dunque vanno stroncate dall’antimafia, dalla magistratura, dalle forze dell’ordine in maniera decisa. Per quanto riguarda invece le baby gang, si tratta di una forma rabbia sociale che proviene dalle diseguaglianze che ci sono in molti quartieri della città e che, purtroppo, si manifestano mediante un atto di violenza nei confronti di un altro ragazzo più fortunato. Insomma un urlo di rabbia. Vanno interpretati differentemente. Anche se sono apparentemente riferibili ad una classe sociale e ad una unica età, in realtà sono fenomeni diversi. (Maurizio De Giovanni, intervistato da Diletta Capisi, ildubbio.news.it, 9 febbraio 2018, Cultura).
Dal participio passato steso (v. stendere).