stima
s. f. [der. di stimare]. – 1. a. Valutazione del valore economico e monetario di un bene immobile o mobile (o anche, in rari casi, di un servizio): fare o far fare la s. di un fondo rustico, di un terreno fabbricativo, di una casa, o di un quadro, di un gioiello (o di una consulenza professionale, di una prestazione tecnica); ormai ant. la locuz. avv. senza stima, in modo inestimabile, enormemente: per la morte del padre ... senza s. rimase ricchissimo (Boccaccio). Con sign. più generico, valutazione monetaria di qualsiasi fatto che costituisca un aspetto o una conseguenza di carattere economico: il danno, secondo la s. dei periti, supera il milione di euro; rara la locuz. fig. fare stima di, ritenere, fare conto di: faceva s. d’esser lui il responsabile; faccia s. d’avere avuto quanto gli spetta. b. Il valore, o anche il prezzo, determinato in base a una stima: una s. troppo alta; mezzo milione di euro mi pare una s. equa. 2. In senso concr., il bene stesso stimato; in questo sign. è usato soprattutto il plur. stime, per indicare quelle parti del capitale mobile agrario che il colono riceve in consegna dal proprietario del fondo: s. morte, sementi, attrezzi agricoli e sim.; s. vive, il bestiame. 3. a. Valutazione approssimata del valore numerico di una grandezza, e anche il valore numerico medesimo: s. per eccesso o per difetto, a seconda che si tratti di una valutazione per eccesso o per difetto; lettura a s., di uno strumento di misura, rilevazione approssimativa, a occhio, della frazione di grado che l’indice mobile dello strumento segna sulla scala retrostante, in contrapp. a quella immediata che si fa negli strumenti digitali. b. In statistica, con riferimento a una distribuzione di una variabile casuale, s. di un parametro della distribuzione, o semplicemente stima, inferenza del valore vero del parametro a partire da un campione limitato della popolazione, solitamente realizzata attraverso la definizione di uno stimatore (v.); teoria della s., l’analisi delle procedure che determinano la stima dei parametri. c. Nella navigazione marittima e aerea, s. della rotta, operazione che permette di determinare la rotta percorsa da una nave o da un aereo oppure il punto in cui si trova (punto stimato), eseguita senza riferimenti né a terra né agli astri, bensì in base a elementi ricavati sull’imbarcazione o sull’aereo stessi (per es., in relazione a un’imbarcazione, tenendo conto dei dati della bussola, dello scarroccio, della deriva e della velocità misurata con il solcometro). 4. Alta considerazione, opinione favorevole o comunque positiva che si ha di altri, delle loro qualità, capacità e sim.: avere poca, nessuna, oppure molta, grande s. di qualcuno; avere, tenere qualcuno in grande s., e essere tenuto in grande s.; godere, guadagnarsi la s. di tutti; perdere, riacquistare la s. (dei proprî colleghi, dei superiori, ecc.); non fare alcuna s. di una persona, non stimarla affatto; ricevere molte manifestazioni, numerose attestazioni di stima; successo di stima, quello di un’opera, soprattutto teatrale, dovuto, più che alle qualità intrinseche di essa, alla stima che il pubblico ha dell’autore (o dell’attore protagonista). 5. In grammatica, complemento di stima, quello che esprime la stima che si fa di una cosa o di una persona; è per lo più indeterminato e rappresentato da un avverbio o pronome di qualità (stimare molto, poco, più, ...; quanto lo stimi?, ecc.); altrimenti dipende, senza preposizione, dal verbo (stimare o valere): vale il doppio; è stato stimato un milione di euro.