stimare
(ant. o letter. estimare) v. tr. [lat. aestimare]. – 1. a. Fare la stima, determinare il valore economico e monetario di un bene: s. o far s. un terreno, una casa, un dipinto; questo diamante è stato stimato centomila euro; i periti hanno stimato il danno circa mezzo milione di euro. Nell’uso ant., valutare e registrare il patrimonio dei cittadini nei libri dell’estimo, e applicare le relative quote d’imposta. b. Valutare approssimativamente il valore numerico di una grandezza: s. a occhio una distanza, il peso di un oggetto. c. Nella navigazione marittima o aerea, s. la rotta, eseguire le operazioni di stima (v.) della rotta. 2. a. Avere una buona opinione di qualcuno o di qualche cosa, tenere in alta considerazione, apprezzare grandemente: tutti lo amano e lo stimano; è molto stimato dai colleghi; non conosce la pace e non la stima chi provato non ha la guerra prima (prov.). b. region. Nel rifl., darsi delle arie, menar vanto di qualcosa: bisognava vedere come la si stimava di essere la moglie di suo marito (Panzini). 3. letter. a. Considerare, giudicare, ritenere (seguito da un compl. predicativo): tutti lo stimano un imbroglione; lo stimano un grande scrittore; era stimato l’uomo più felice della terra; Cosimo de’ Medici, stato stimato nell’età sua uno de’ più savi uomini d’Italia (Guicciardini). Nel rifl.: stimatevi fortunati; non mi stimo degno di tanto onore; mi stimerei onorato di ricoprire una carica così prestigiosa; si stima un grand’uomo; Ma così va, chi sopra ’l ver s’estima (Petrarca). b. Pensare, essere d’opinione (con reggenza verbale): coloro che non il danaio ma i buoni soldati stimano essere il nervo della guerra (Machiavelli); nel qual caso, io stimo che non ci rimarrebbe luogo alla noia (Leopardi). Nell’uso ant., se bene io stimo, se è giusta la mia opinione, se giudico o ragiono giustamente: Non dei più ammirar, se bene stimo, Lo tuo salir (Dante). ◆ Part. pass. stimato, anche come agg. (v. la voce).