stimolare
v. tr. [dal lat. stimulare, der. di stimŭlus «stimolo»] (io stìmolo, ecc.). – 1. a. non com. Pungere, incitare con lo stimolo: s. i buoi. b. ant. Pungere, molestare (riferito, come soggetto dell’azione, ad animali forniti di pungiglione): Erano ignudi e stimolati molto Da mosconi e da vespe ch’eran ivi (Dante). 2. fig. a. Sollecitare insistentemente: assai sovente stimolata da ’mbasciate e da prieghi (Boccaccio); incitare, esortare, spingere a fare qualche cosa: s. qualcuno allo studio, all’azione, a riprendere l’attività, a iniziare un lavoro; gli amici lo stimolavano affinché accettasse l’incarico; fu stimolato ad agire dal bisogno. b. In fisiologia, applicare o esercitare uno stimolo; eccitare, rendere attiva o più attiva una funzione organica: un farmaco che stimola la secrezione della bile; s. elettricamente il cuore. Più genericam., fuori del linguaggio scient., s. l’appetito (per es., una passeggiata di buon mattino serve a s. l’appetito). c. Eccitare, irritare, rendere più vivo un sentimento: s. l’invidia, la gelosia, l’amor proprio. ◆ Part. pres. stimolante, anche come agg. e s. m. (v. la voce). ◆ Part. pass. stimolato, anche come agg., in fisica, emissione stimolata, emissione di radiazione da parte di un sistema atomico in seguito a una transizione energetica provocata da una radiazione incidente di pari frequenza, alla base del funzionamento dei maser e dei laser (v. emissione, n. 1 b).