stipendificio
s. m. (iron. spreg.) Centro erogatore di stipendi. ◆ «Ai politici dico, giù le mani dalla Gesip. A settembre dovrà essere nominato il consiglio di amministrazione della nuova società mista, mi auguro con tutto il cuore che venga messo da parte il manuale Cencelli e vengano scelte persone brave, che sappiano fare impresa. Altrimenti rischiamo che la Gesip diventi uno stipendificio destinato tra cinque anni a crollare, mettendo il Comune in seri guai». A lanciare l’allarme, a pochi giorni dall’annuncio dell’istituzione della prima società mista che trasformerà in lavoratori «veri» 1.550 lsu del Comune di Palermo, è Ennio Milazzo, capo settore Società miste. (Barbara Saporiti, Repubblica, 17 luglio 2001, Palermo, p. II) • «Dopo alcuni anni in parlamento, io resto sconcertata dalle spese che i cittadini devono sostenere per la loro classe politica. Un’indecenza a cui bisogna porre un limite». Per esempio? «Abolizione delle Province, taglio del numero degli assessori, criteri definiti per il ricorso alle consulenze. Se si privatizza una municipalizzata è un conto, la trasformazione di un’istituzione in uno stipendificio un altro. Io spero che Milano possa dare un segnale» [Daniela Santanchè intervistata da Marco Cremonesi]. (Corriere della sera, 31 maggio 2007, p. 6, Primo piano) • «La scuola odierna è uno stipendificio, un modo nuovo per creare occupazione», ha detto ieri il ministro [Mariastella Gelmini] a Cortina InConTra. Mentre «è necessario premiare il merito». (Tommaso Montesano, Libero, 24 agosto 2008, p. 3, Primo piano).
Derivato dal s. m. stipendio con l’aggiunta del suffisso -ificio.
Già attestato nella Repubblica del 27 ottobre 1990, p. 7, Mercurio-Musica (Claudio Casini).