stock
〈stòk〉 s. ingl. [propr. «ceppo, tronco» (con sign. affine a quelli di stocco2) e quindi «provvista, approvvigionamento»] (pl. stocks 〈stòks〉), usato in ital. al masch. – 1. a. Quantità di merce in magazzino o in deposito, soprattutto come giacenza, disponibile per la vendita, spec. in blocco: immettere sul mercato uno s. di calzature; acquistare all’estero un rilevante s. di pelli; ora non rimane altro da fare che sbarazzarsi degli «stocks» rimasti invenduti (Capuana). b. Nel linguaggio finanziario e bancario, complesso di valori disponibili, presso enti nazionali o esteri: lo s. d’oro di una banca nazionale; investire uno s. di capitali; uno s. di titoli esteri depositati presso la Banca d’Italia. 2. Quantità di prodotti industriali greggi o semilavorati immagazzinati per ulteriori lavorazioni o trasformazioni (v. anche stoccaggio): uno s. di petrolio greggio, di pellami. 3. In alcune moderne tipologie di classificazione delle lingue, termine usato per indicare una ramificazione linguistica superiore alla famiglia e inferiore al phylum. Il termine ingl. stock fa anche parte, come primo elemento, di varie locuz. di uso internazionale, tra le quali, usate anche in Italia (come s. m.): stock exchange 〈... iksčèinǧ〉, borsa valori (e assol., senza determinazioni e con iniziali maiuscole, lo Stock Exchange, la Borsa di Londra). In biologia: stock culture 〈... kḁ′lčë〉, coltura di microrganismi che, dopo essere stata tipizzata, viene mantenuta in laboratorio per motivi di studio e ricerca; stock solution 〈... sëlùušën〉, qualsiasi soluzione concentrata che viene utilizzata successivamente in laboratorio a concentrazioni inferiori.