storpiare
v. tr. [etimo incerto: forse lat. stŭprare «profanare, contaminare», da cui l’ital. stuprare; v. anche stroppiare] (io stòrpio, ecc.). – 1. ant. Impedire, disturbare: andai per parlare con lui [San Francesco], e non ho potuto, però ch’egli era nella selva a contemplare le cose divine, e io non l’ho voluto storpiare (Fior. di s. Franc.). 2. a. Rendere storpio, causare una grave deformazione delle membra, e spec. degli arti: con un colpo l’ha storpiato; una scheggia di granata gli ha storpiato una gamba, un braccio; con uso assol., riferito agli arti inferiori: non manco di fare parecchi giuochi ... come ... s. la gente colle calzature snelle (Leopardi; è la Moda che parla); nell’intr. pron., storpiarsi, diventare storpio: nell’incidente si è storpiato; è stato abbattuto il cavallo che cadendo si era storpiato. b. fig. Realizzare male, in modo non corretto o inesatto; deformare: s. le parole, articolarle, pronunciarle male; s. la pronuncia di un termine inglese; parlava come un predicatore, serio, impettito, quasi sapesse il latino sapendo s. le litanie (Capuana); s. una poesia, una parte teatrale, una battuta, recitarle male; s. un brano musicale, una canzone, eseguirli, suonarli o cantarli male. ◆ Part. pass. storpiato, anche come agg. (v. la voce).