strapazzare
v. tr. [etimo incerto, ma prob. connesso con pazzo]. – 1. a. Trattare in malo modo, maltrattare, rimproverare con parole aspre e violente, con durezza eccessiva e ingiustificata: s. i dipendenti; si fa forte della sua posizione per s. chi non può reagire. b. Affaticare eccessivamente, obbligare a un lavoro molto duro, a sforzi gravosi: hai strapazzato troppo quella povera bestia e ora non ce la fa più. c. Usare senza riguardo, sciupare per poca cura: s. i vestiti, le scarpe; perché strapazzi così i libri? d. estens. e fig. S. un lavoro, farlo alla peggio; s. l’arte, il mestiere, esercitarli male; s. una commedia, recitarla male; s. una musica, eseguirla malamente; s. un autore, interpretarlo, tradurlo, leggerlo male, o, anche, stroncarlo con una critica feroce, giustificata o no. 2. Nel rifl., strapazzarsi, non avere riguardo per la propria salute, sottoporsi a fatiche, a sforzi, o anche abbandonarsi a eccessi dannosi per il proprio fisico: si strapazza tanto per tenere sempre in ordine la casa; sei appena uscito da una malattia, e non dovresti strapazzarti troppo. Analogam., strapazzarsi la salute, strapazzarsi gli occhi, ecc. ◆ Part. pass. strapazzato, anche come agg., di oggetto ridotto in cattivo stato, sciupato: un vestito strapazzato; un libro tutto strapazzato; anche, pieno di strapazzi, di fatiche, di disagi: fare una vita strapazzata. Con sign. particolare, uova strapazzate, uova che vengono sbattute prima di essere cotte in tegame e che devono essere continuamente mescolate durante la breve cottura.