straripare
v. intr. [der. del lat. ripa «riva», col pref. stra-] (aus. essere o avere). – 1. Con riferimento a corsi (e anche a specchi) d’acqua in piena, traboccare sopra le rive o gli argini: a causa delle abbondanti e insistenti piogge, molti fiumi sono straripati (o hanno straripato); il Po ha straripato in più punti; anche, talora, con riferimento a recipiente, o contenitore da cui esca il liquido sovrabbondante: riempie la vasca del bagno fino a farla straripare (N. Ginzburg). In senso fig., soprattutto con riferimento a moti dell’animo, a sentimenti e sim., prorompere incontenibilmente: dal cuore in piena le straripava la gioia; l’allegria le straripava dagli occhi; guardò loro dietro ostilmente, stringendo le labbra per non lasciare s. il torrente impetuoso di collera che si scatenava nel suo cuore (Invernizio). 2. estens. e fig. Essere oltremodo pieno: il treno, l’autobus straripava di passeggeri; oltrepassare un limite o un giusto limite: con un vestito così attillato il grasso le straripa da tutte le parti. ◆ Part. pres. straripante, anche come agg.: acqua, fiumi straripanti; in senso fig., prorompente, incontenibile: una ragazza di una straripante vitalità; bisogno violento e straripante di amare, di dare il meglio di sé (Palazzeschi).