street-food
(street food), loc. s.le m. inv. Cibo tradizionale, specialità gastronomica tipica della cucina locale, regionale, etnica, che si consuma spesso passeggiando, anche in occasione di fiere e manifestazioni popolari. ◆ L’appuntamento con la Via del gusto si terrà, come consuetudine, il 2 ed il 3 ottobre in occasione della Festa di Benvenuto e sarà dedicato allo «street food», nel rispetto della tradizione delle cucine di strada così diffuse nei Paesi del Sud del mondo. (T. S., Stampa, 24 settembre 1999, Torinosette, p. 37) • In realtà, questo tradizionale street-food ha letteralmente colonizzato il gusto del nostro tempo al punto da dare il nome a un sapore autonomo che non ha più nulla a che fare con l’originario disco di acqua e farina. È il cosiddetto «gusto pizza», che ormai aromatizza di tutto, dalle patatine al pop corn, e che rappresenta la risposta mediterranea al nordicissimo «gusto barbecue». (Marino Niola, Repubblica, 13 marzo 2005, p. 42) • Viene da chiedersi se la pulizia «igienica» contro i monumenti dello street food, a cominciare dalle friggitorie – nome che già cola di grasso ma di colpo aumenta la saliva in bocca – sia stata una battaglia santa, visto il proliferare di catene veloci, di sicuro igieniche ma in grado di generare maggior obesità rispetto alla generazione del bombolone. (Davide Paolini, Sole 24 Ore, 11 maggio 2008, p. 55, Domenica).
Espressione ingl. composta dai s. street (‘strada’) e food (‘cibo’).
V. anche cibo di strada, cucina di strada.