strinare
v. tr. [forse lat. *ustrinare, da ustrina «combustione; forno crematorio», der. di ustus, part. pass. di urĕre «bruciare, riardere»; ma sembra ora più convincente l’ipotesi (proposta da S. Boscherini) che si tratti di una derivazione dal lat. tardo austrinare (che a sua volta deriva dal lat. classico austrinus «del vento austro»), documentato in una versione, anteriore alla Vulgata, della Bibbia dei Settanta dove l’espressione spicae austrinatae di Genesi 41,23 e 27 (corrispondente a percussae uredine e rispettivam. vento urente percussae della Vulgata) traduce il gr. ἀνεμόϕϑοροι dei Settanta, propr. «danneggiate dal vento», così come, nella stessa versione, ἀνεμοϕϑορία di Deuteronomio 28,22 è tradotto con austrinatio]. – 1. Fiammeggiare, esporre pollame o cacciagione alla fiamma, dopo la spiumatura, per bruciarne le piume più sottili: s. un pollo, una starna. 2. Bruciacchiare leggermente, dare un colore bruno scuro: ho strinato la camicia stirandola col ferro troppo caldo; come intr. pron.: mi sono avvicinato troppo alla fiamma e mi si sono strinati i capelli. 3. letter. Riardere, o seccare e inaridire le piante, come effetto del calore del sole o, al contrario, del gelo invernale: altri [semi] caddero nei sassi ... e sorto il sole, furono strinati e per non avere radice seccarono (Pascoli); il freddo in terra era intenso, le poche erbe erano già strinate dal gelo (Montale).