stroboscopico
stroboscòpico agg. [der. di stroboscopia e stroboscopio] (pl. m. -ci). – Attinente alla stroboscopìa o allo stroboscopio: osservazione s., dispositivo stroboscopico. In partic., disco s., disco rotante dotato di una serie regolare di fori, usato negli stroboscopî; anche, disco che reca tre serie regolari di tratti, usato per il controllo visuale della frequenza di rotazione di un giradischi e usualmente disposto sul piatto: in rapporto a tale frequenza e alla frequenza di illuminazione delle lampade a corrente alternata, i tratti di ogni serie sono in numero tale che essi appaiono fermi se la corrispondente frequenza di rotazione del piatto ha il valore richiesto per il corretto funzionamento del giradischi. Effetto s., fenomeno ottico che deriva dalla visione intermittente di un corpo in moto periodico, e che si presenta sistematicamente allorché un oggetto in rotazione è visto oppure è illuminato con intermittenza (come avviene per es., in cinematografia e in televisione e nei locali, per es. le discoteche, illuminati con lampade elettriche a corrente alternata): è dovuto a tale effetto, in cinematografia, il fatto che le ruote di un veicolo in moto sembrano talora ferme, oppure sembrano ruotare in senso inverso; se la frequenza di osservazione è leggermente diversa da quella del moto in esame, l’immagine che si ha del corpo (immagine stroboscopica) lo fa apparire in moto con un periodo apparente il quale varia col variare della frequenza di osservazione; in partic., allorché la frequenza di osservazione coincide con la frequenza del moto, o è un sottomultiplo di questa, il corpo appare in quiete, sicché dalla realizzazione di tale condizione si può risalire, nota che sia la frequenza di osservazione, al valore della frequenza del moto.