stroboscopio
stroboscòpio s. m. [comp. del gr. στρόβος «vortice» e -scopio]. – Apparecchio che, in virtù dell’effetto stroboscopico (v. stroboscopico), consente di osservare nelle varie fasi il movimento di un corpo animato di moto periodico, nonché di misurare la frequenza di tale moto (in quest’ultimo caso prende anche il nome di tachimetro stroboscopico): trova applicazione in numerosi campi della ricerca scientifica e della tecnica, e si dimostra uno strumento insostituibile tutte le volte che si voglia osservare un fenomeno meccanico periodico a elevata frequenza e misurare la velocità di rotazione di un corpo senza disturbarlo; in partic., s. a visione intermittente, costituito da un disco recante una serie regolare di fori (disco stroboscopico) posto in rotazione da un piccolo motore: traguardando attraverso i fori del disco il corpo in esame, si regola la velocità di rotazione del disco, indicata da un apposito tachimetro, fino al sincronismo o fino a quel valore che consente la migliore osservazione del corpo stesso; s. a illuminazione intermittente, costituito da un disco stroboscopico posto fra un proiettore a luce continua e l’oggetto osservato, oppure, ed è il caso più frequente, da un proiettore a luce intermittente, di frequenza variabile: in tal caso sono usate speciali lampade a lampo elettronico.