sub-
[dal lat. sub, sub- «sotto»]. – Prefisso latino presente anche in molte voci italiane, nelle quali conserva il sign. fondamentale di «sotto» o assume valore attenuativo. Come prefisso di voci verbali, la forma originaria sub- si trova in verbi derivati dal latino per via dotta, e in pochi altri, normalmente davanti a vocale (subentrare, subodorare, ecc.), raramente davanti a consonante (sublocare, subsannare), dove più spesso ha subìto l’assimilazione (succedere, suddividere, suggerire, supporre, susseguire, ecc.); in altri casi, si è modificato in sob- (v. so-) con assimilazione della consonante finale alla consonante iniziale seguente, non solo in verbi derivati dal latino per via ereditaria (come sollevare, sorridere), ma anche in quelli derivati per adozione (come soccorrere, sopprimere), o di formazione italiana (soffermare, sorreggere, ecc.). Ricchissima è poi la serie dei neologismi, la maggior parte aggettivi della terminologia scientifica (alcuni penetrati tramite l’inglese o il francese), nei quali sub- mantiene generalmente la sua forma senza subire l’assimilazione. I significati con cui più frequentemente compare il prefisso nei composti di questa serie sono: a) Con valore locale, «sotto, che sta sotto», indicando cioè posizione sottostante, inferiore, come in subacqueo, sublunare, subepidermico, subnasale, ecc.; in senso fig., può esprimere inferiorità di grado, d’importanza: subalterno, subordinato, e per estens. subagenzia, subaffluente, ecc.; oppure, in qualche caso (per es., subatomico, submicroscopico), dimensioni inferiori. b) Sempre con valore locale, può indicare anche prossimità di posizione, col sign. di «vicino, a lato, di fianco»: subappenninico, subalveare; in biologia: submediano, sublaterale. c) Molto frequente con valore attenuativo, equivalente a «quasi, alquanto»: subacido, subacuto, subalofilo, subarido, subdesertico; talora unisce in sé i due sign. di «prossimo» e di «quasi», soprattutto in termini della geografia e della biologia: subalpino, subartico, subantartico, sublitorale; in termini medici, denota processi morbosi meno evidenti clinicamente e non completamente evoluti: per es., subocclusione intestinale. Indica somiglianza in parecchi agg. che esprimono forma o altra qualità morfologica: subcilindrico, subcircolare, subrotondo, subsferico, subtriangolare; e così in botanica: ramo suberetto, foglia subsessile, frutto subcarnoso. Un valore più partic. ha in termini come subcosciente, subnormale, subumano, dove sub- significa «imperfettamente, non pienamente», o indica condizione al di sotto di ciò che è espresso dal secondo elemento compositivo: subottimale, subspinoso (detto, per es., di un ramo), subspontaneo (detto di pianta, di vegetazione), ecc. d) In parecchi termini del diritto, e anche dell’uso com., denota derivazione, trasmissione ad altri di un diritto, di una condizione: subcontratto, subaffitto, subappalto, ecc. e) In rare voci ha valore temporale per indicare precedenza nel tempo (e insieme somiglianza), come in subimagine (e il corrispondente lat. scient. subimago), o, al contr., posteriorità, come in subapostolico. f) Corrisponde all’ital. sotto- anche in alcuni nomi lat. scient. della sistematica zoologica e botanica: così subregnum, subordo, subfamilia, subgenus, subspecies, ecc. hanno i loro corrispondenti ital. in sottoregno, sottordine, sottofamiglia, sottogenere, sottospecie, ecc. La stessa accezione ha anche in qualche raro composto ital., per es. subassociazione. ◆ Non tutti i composti con questo prefisso sono stati accolti e registrati al loro luogo in questo Vocabolario: sono stati omessi quelli di più raro uso e quelli il cui significato, per non avere particolari connotazioni, sia per sé stesso trasparente attraverso la composizione della pa-rola.