subprime
(sub-prime), s. m. e agg. inv. Prestito, generalmente a lungo termine, concesso a clienti di dubbia solvibilità, con tassi di interesse molto elevati; relativo a tale tipo di prestito. ◆ L’acquisizione di Household International da parte di HSBC – un’operazione da 14 miliardi di dollari – non si trasformerà nell’incubo vaticinato dai profeti di sventura: la banca viene invece premiata per la maggiore esposizione al rischioso mercato immobiliare «sub-prime» statunitense. (Camilla Palladino, Repubblica, 5 agosto 2003, p. 30, Economia) • I mercati americani si sono difesi dalle tensioni sui titoli bancari. Ieri a New York la posizione più difficile è stata quella di Merill Lynch, colpita da un’ondata di ordini di vendita, sin dall’apertura della seduta di Borsa sulla scia di un articolo del «Wall Street Journal» che ipotizzava altre svalutazioni nei conti della banca d’affari in conseguenza dell’esposizione sui subprime. (Giuliano Ferrara, Foglio, 3 novembre 2007, p. 3) • Ubs, la banca svizzera travolta dalla crisi dei subprime, terminerà il secondo trimestre con i conti «probabilmente in pareggio oppure a livelli lievemente inferiori al break-even». Lo annuncia la stessa Ubs ritenendo di non avere la necessità di raccogliere nuovo capitale. (Nazione, 5 luglio 2008, p. 25, Brevi di economia).
Dall’ingl. sub-prime (‘di qualità non elevata, di categoria inferiore alla prima’).