succiare
v. tr. [prob. lat. *suctiare, der. di sugĕre «succhiare», part. pass. suctus] (io sùccio, ecc.). – Variante region., soprattutto tosc., di succhiare: s. un’arancia, un limone, una caramella; Poi, d’un tratto el fiasco impugna, Tutto ’l succia come spugna (Poliziano); quelle chiocciole stufate che son così buone a s. per chi non ha più denti (Verga); analogam. a succhiarsi, anche con la particella pron.: succiarsi il dito; succiarsi un bicchierino di rosolio, centellinarlo; in senso fig., godersi una cosa piacevole, o al contrario, sopportare pazientemente una cosa o una situazione molesta e sgradevole: per ultimo divertimento, dovette succiarsi le congratulazioni, le lodi, i consigli della vecchia (Manzoni). ◆ Part. pass. succiato, anche come agg., pop. tosc., smunto, consunto: una zitella di 34 o 35 anni, dal viso slavato e succiato (M. Pratesi).