succo
s. m. [dal lat. tardo succus per il class. sucus, prob. affine a sugĕre «succhiare» (cfr. anche sugo)] (pl. -chi). – 1. a. Liquido, umore esistente dentro le varie parti delle piante e spec. nei frutti: succhi d’erbe, usati talora come medicamenti; succo di limone, d’arancia, d’uva; il s. di pomodoro; spremere, estrarre il s. (da un frutto). In partic., succhi di frutta, nome riservato, a norma di legge, a bevande (fermentescibili ma non fermentate) ricavate, con o senza concentrazione, dalla spremitura di determinati frutti (che devono essere esplicitamente denominati in etichetta), generalm. con aggiunta di zucchero. In senso ampio, s. vegetali, tutti quelli provenienti dalle piante, che possono essere acquosi, gommosi, resinosi, gommoresinosi, balsamici, oleosi, e contengono principalmente zuccheri e altri idrati di carbonio, alcoli, acidi e altre sostanze organiche e minerali; di particolare importanza alimentare, farmacologica e industriale sono i succhi acquosi, ottenuti soprattutto da frutta e da piante erbacee con varî metodi di estrazione e di preparazione. b. In chimica, genericam., liquido ottenuto dall’estrazione di prodotti naturali (v. sugo). c. fig. Essenza, sostanza: se vai a estrarre il s. di tutta questa chiacchierata ci rimane poco o niente; il s. del discorso è questo; coraggio, veniamo al succo. 2. Per estens., nome di liquidi diversi secreti da tessuti animali o in essi contenuti: a. In fisiologia, il materiale liquido rinvenibile nell’interno di alcuni organi cavi dell’apparato digerente (stomaco, duodeno), o prodotti da ghiandole esocrine a intensa attività secernente (pancreas). In partic.: s. duodenale, liquido filante, giallo-oro, con reazione alcalina, costituito da una miscela di succo gastrico e pancreatico, di bile e del prodotto di secrezione della mucosa duodenale; s. enterico, liquido lievemente alcalino secreto da alcune ghiandole e cellule della mucosa dell’intestino tenue, contenente mucine, enzimi digestivi (soprattutto l’amilasi intestinale e l’enterochinasi), fermenti endocellulari liberati da cellule epiteliali desquamate, e sostanze prodotte da particolari cellule ad attività endocrina (secretina, polipeptidi ad azione ormonale, ecc.); s. gastrico, liquido limpido, incolore, quasi inodoro, a reazione fortemente acida, i cui componenti più caratteristici sono l’acido cloridrico e la pepsina; s. pancreatico, secreto alcalino del pancreas che neutralizza l’acidità del materiale proveniente dallo stomaco e contiene tripsinogeno, chimotripsinogeno, e amilasi e lipasi pancreatiche; s. digestivi, nome complessivo dei succhi precedenti. b. In citologia vegetale, s. cellulare, liquido contenuto nei vacuoli delle cellule vegetali, formato da una soluzione di svariate sostanze, come sali inorganici, acidi organici, glicidi, tannini, antociani, alcaloidi, ecc., e anche sospensioni di natura colloidale. c. In biologia, s. nucleare, termine desueto che indicava il contenuto nucleare nel suo complesso, detto anche nucleoplasma o carioplasma. 3. Nelle arti figurative, s. d’erbe, genere di pittura imitante l’arazzo, eseguito su traliccio di canapa naturale spinata, con colori ad acqua di origine vegetale; apparsa in Francia nel ’600, la tecnica fu in voga nel ’700 e decadde nell’800, per scomparire alla fine del secolo.