suono
suòno (poet. o pop. sòno) s. m. [lat. sŏnus]. – 1. La causa delle sensazioni acustiche, consistente in vibrazioni di un mezzo (per lo più l’aria, ma anche mezzi elastici qualunque), che possono essere eccitate in esso o ad esso trasmesse dalle vibrazioni di un corpo (sorgente sonora), e che a loro volta eccitano l’orecchio (generalm. per azione diretta sul timpano attraverso l’aria presente nel condotto uditivo, raramente attraverso le ossa del cranio, la cosiddetta conduzione ossea); anche, la sensazione acustica stessa. Tali vibrazioni sono onde elastiche (onde sonore) longitudinali che si propagano nell’aria o in altro mezzo con determinate caratteristiche: l’intensità deve essere compresa tra la soglia di udibilità (al di sotto della quale non c’è sensazione di suono) e la soglia di dolore (al di sopra della quale la sensazione diventa dolorosa), mentre la frequenza, per un convenzionale orecchio normale, deve essere compresa tra 16 Hz e 20.000 Hz (al di sotto del primo valore e al di sopra del secondo si hanno, rispettivam., gli infrasuoni e gli ultrasuoni); le soglie di intensità e i limiti di frequenza, oltre a essere diversi da persona a persona, variano, rispettivam., al variare della frequenza e dell’intensità del suono. Propagazione del s., la trasmissione delle onde sonore dalla sorgente (per es., una corda o una membrana elastica in vibrazione) fino all’orecchio dell’ascoltatore (o fino al microfono di un dispositivo di registrazione o amplificazione sonora), determinata dal fatto che nell’aria circostante la sorgente si viene a creare una successione di strati compressi e rarefatti che si allarga tutto intorno: ciascuna delle particelle d’aria investite dalla perturbazione prende a vibrare in sincronismo con la sorgente, spostandosi al di qua e al di là della sua normale posizione di equilibrio lungo la direzione di propagazione; s. puro, quello nel quale lo spostamento della generica particella è una funzione sinusoidale del tempo; s. composto, un suono non puro, costituito dalla sovrapposizione di più s. armonici, cioè di suoni puri di opportuna ampiezza e fase iniziale e di frequenza multipla del suono puro di frequenza più bassa, detto s. fondamentale (o primo armonico); pressione del s., da non confondersi con la pressione sonora (v. sonoro, n. 1 a), la pressione esercitata dall’onda sonora contro un ostacolo su cui venga a battere, che ha carattere continuo nel tempo, determinando forze agenti sull’ostacolo in direzione e verso concordi con quelli di propagazione dell’onda; velocità del s., la velocità di propagazione delle onde sonore, che equivale, nell’aria secca in normali condizioni di temperatura e di pressione, a circa 340 m/s (tale valore aumenta notevolmente nei liquidi e nei solidi). Altezza di un s., la frequenza maggiore (s. alti, acuti) o minore (s. bassi, gravi) del suono stesso, se si tratta di un suono puro, oppure del suono fondamentale, se si tratta di un suono composto; intensità di un s., l’intensità della sensazione sonora da esso provocata, in base alla quale si distinguono, soggettivamente, s. forti, s. intensi, s. deboli; timbro di un s., carattere, assente nei suoni puri, che è difficilmente precisabile in termini generali: è legato alla composizione armonica dei suoni, e distingue, per es., una stessa nota musicale emessa da due diversi strumenti (s. metallici, lignei, sonori, risonanti, ecc.). Per muro o barriera del s., in aerodinamica, v. barriera, n. 3 d; per colonna del s., o colonna sonora, in cinematografia, v. colonna, n. 5 g. Registrazione e riproduzione del suono, l’insieme delle tecniche con le quali possono essere registrate (su supporti magnetici, dischi ottici, ecc.) e successivamente riprodotte le più diverse sorgenti sonore (musica, voce, ecc.); tecnico del s., tecnico addetto alla registrazione dei suoni su dischi, nastri magnetici, colonne sonore, ecc., o anche al funzionamento degli impianti di amplificazione sonora. 2. Con sign. e uso più generale, fenomeno sonoro, in quanto prodotto e percepito. In partic.: a. Fenomeno sonoro prodotto da strumenti musicali (s. musicali) o da apparecchi di segnalazione acustica: l’arte, la tecnica dei s., la musica; nell’esecuzione musicale (dove per lo più è sinon. di nota), s. armonici, v. armonico, n. 2; s. flautati (o note flautate), v. flautato; il s. del pianoforte, del violino, della chitarra; il s. dolce dell’arpa, il s. melodioso del flauto, il s. grave del violoncello; il s. della tromba (e suoni di tromba, come segnali militari); il s. delle campane; il s. del campanello, del clacson, della sveglia; Viene il vento recando il suon dell’ora Dalla torre del borgo (Leopardi); il s. lacerante o assordante delle sirene. Nell’uso letter., ant. e raro, la capacità e l’attività di suonare strumenti musicali: di canto divenne maestro e di suono (Boccaccio); o anche motivo, aria musicale: e più danze si fecero e sonarono diversi suoni (Boccaccio). b. Con riferimento alla voce umana: una voce dal s. grave, caldo, dolce o acuto, stridulo; riconoscere uno dal s. della voce o riconoscere il s. della voce; ci deve essere qualcuno: ho sentito un s. di voci. In linguistica, s. articolato o assol. suono, unità fonico-acustica del linguaggio orale (termine generico, ormai raro e sostituito dai termini specifici fono in fonetica e fonema in fonologia: v. le due voci): i s. dell’italiano, del greco; i s. nasali del francese, i s. fortemente gutturali del neerlandese; s. vocalici, consonantici; gli scilinguati pur cantando mandano fuori i suoni articolati di difficil pronunzia (Vico). c. Riferito a fenomeni sonori diversi da quelli prodotti da strumenti musicali o di segnalazione e dalla voce umana (per lo più come sinon. letter. o più elevato e raro di rumore): Voci alte e fioche, e suon di man con elle (Dante); parendogli che di quindi venisse il suono dello starnuto (Boccaccio); di tanto in tanto arrivava suono di acque lontane (Buzzati); il s. della risacca, delle onde che si frangono sugli scogli, del ruscello, del vento; il s. minaccioso delle cannonate; questo vaso di porcellana ha un s. falso, deve essere incrinato. d. In semeiotica medica, suoni di percussione, le vibrazioni provocate con la manovra della percussione (soprattutto del torace) e apprezzate dall’esaminatore come un suono o un rumore (s. alto, s. chiaro, s. polmonare). e. In tutte le precedenti accezioni, la parola sottolinea spesso il fatto soggettivo della percezione di un fenomeno sonoro, in relazione alle azioni e al comportamento da essa provocati o condizionati: sentendo il s. di quella voce nota, si voltò all’improvviso, o ebbe un tuffo al cuore; la popolazione accorreva richiamata dal s. delle campane a stormo; spec. nella locuz. avv. al s. di o a suon di, in espressioni proprie: ballare al s. di una fisarmonica, di un’orchestrina, della musicassetta; pattinare a suon di musica, marciare a suon di tamburi; i bersaglieri sfilarono al s. della fanfara; e fig.: l’oratore fu accolto a suon di fischi; li buttarono fuori a suon di pugni e schiaffi; la rivolta fu domata a suon di cannonate. 3. a. La caratteristica di maggiore o minore armonia e musicalità di elementi fonici e di parole, frasi, realizzazioni linguistiche, e l’impressione che ne risulta: un incontro di consonanti, o di vocali, di s. sgradevole (v. cacofonia); una parola, un nome di suono o dal s. armonioso, suggestivo. b. estens. Il senso stesso, in sé, di parole, frasi, discorsi: Va in mezzo Argante e parla in cotal suono (T. Tasso); il s. delle sue parole è amichevole, ma il tono è ostile; in usi letter., rari, il discorso stesso: qui puose fine al lagrimabil suono (Dante). 4. fig., letter. Fama, risonanza: Li accorgimenti e le coperte vie Io seppi tutte, e sì menai lor arte, Ch’al fine de la terra il s. uscìe (Dante); Or dov’è il suono Di que’ popoli antichi? (Leopardi).