superomista
agg. Che celebra il superuomo; da superuomo. ◆ Da settimane i genitori che hanno visto «Gli Incredibili» sono gravemente divisi: tra quelli per cui «è un film bushista, superomista, tutto valori familiari retrivi» e quelli che, come Angela, lo trovano «una metafora dell’assurdità del potere, della rinuncia ai diritti in nome della sicurezza; gli Incredibili sono come noi, intristiti dal quotidiano e spaventati dalla straordinarietà degli eventi». (Maria Laura Rodotà, Corriere della sera, 18 dicembre 2004, p. 34, Spettacoli) • Certo, siamo come ognuno vede in presenza di una grande deriva oceanica del pensiero e del modo di vita occidentale, con la barca senza bussola e in un mare che s’ingrossa da decenni, e nelle profondità da secoli, ma la potenza raggiunta da questo modo di concepirsi ha in sé la fragilità di ogni sogno superomista o sovrumanista o transumanista, di ogni scambio faustiano sulla pelle della realtà materiale e della verità morale, che sono sorelle. (Foglio, 11 maggio 2005, p. 3).
Derivato dal s. m. superuomo con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nel Corriere della sera del 10 maggio 1993, p. 13 (Paolo Di Stefano riporta Edoardo Sanguineti).