supplicare
v. tr. [dal lat. supplicare, der. di supplex -plĭcis «supplice»] (io sùpplico, tu sùpplichi, ecc.). – Pregare con grande umiltà e fervore persone o divinità per chiedere aiuto, per invocare clemenza e misericordia: s. gli dèi, s. Dio, i Santi; lo supplicò che gli concedesse la grazia di salvargli la vita; vi supplico di non farlo; ti supplico, Madonna mia, salvalo! In usi iperb. e fam., pregare con insistenza, calorosamente: su, ti supplico, vieni anche tu con noi; per ottenere qualcosa da lui bisogna supplicarlo. Per estens., letter.: Tra il canto delle vergini, Ai supplicati altari (Manzoni); del linguaggio letter. è anche l’uso intr. con un compl. di termine: Ben supplico io a te, vivo topazio [cioè «viva luce», detto di Cacciaguida] ... Perché mi facci del tuo nome sazio (Dante); agli Achei tutti supplicando, e in prima Ai due supremi condottieri Atridi (V. Monti). ◆ Part. pres. supplicante, anche come agg.: gli rivolse uno sguardo supplicante; gli si gettò ai piedi implorandolo con voce, o con tono, supplicante (in queste frasi, è più com. di supplica); o come s. m. e f.: il capo dello stato ha fatto comunicare al supplicante che la sua domanda di grazia era stata accolta; né agl’incensi avvolto De’ cadaveri il lezzo i supplicanti Contaminò (Foscolo).