surrogare
v. tr. [dal lat. subrŏgare «sostituire» (comp. di sub- e rogare «chiedere»; propr. «far eleggere dal popolo in sostituzione di altra persona»)] (io surrògo o sùrrogo, tu surròghi o sùrroghi, ecc.). – Sostituire una persona o una cosa a un’altra con funzioni e usi corrispondenti o analoghi. Raro e burocr. con riferimento a persone (s. un funzionario ammalato con un altro dello stesso grado o, meno com., s. un altro funzionario a quello ammalato), è più spesso riferito a cose: s. lo zucchero con la saccarina o, meno com., s. la saccarina allo zucchero; analogam., in economia e finanza, s. un bene con o a un altro, s. un’imposta con o a un’altra; spesso, il soggetto indica la persona o la cosa stessa che subentrano come sostituti o surrogati: sono io a s. il direttore assente; l’orzo è usato per s. il caffè. In diritto civile, s. un terzo in determinati diritti (e nel rifl., surrogarsi al creditore originario), v. surrogazione, n. 2. ◆ Part. pass. surrogato, anche come agg.: il prodotto surrogato; bene surrogato o succedaneo, in economia; e più frequentemente come s. m. (v. surrogato).