sutura
s. f. [dal lat. sutura «cucitura», der. di suěre «cucire»]. – 1. In chirurgia, operazione intesa a riunire tra loro mediante cucitura con fili o per mezzo dell’applicazione di grappette e clips di materiali speciali (catgut, seta, nailon, metalli inossidabili come oro e argento, ecc.), i margini di una ferita o tessuti e organi varî: fare, operare la s. di una ferita, di un’arteria, di un’anastomosi, di un tendine reciso; il modo e i mezzi con cui si effettua, e il segno che ne resta: s. continua, a punti staccati, ad ansa; una s. ancora evidente. 2. a. In anatomia, reciproco contatto di determinate ossa, con interposizione di tessuto connettivo, dell’uomo e dei vertebrati, e tra le piastre del carapace dei chelonî, che costituisce un’articolazione non mobile (salvo la s. fronto-prefrontale dei serpenti): le s. del cranio (s. sagittale, metopica, coronale, ecc.), delle ossa nasali; le s. della corazza delle tartarughe. b. In botanica, la linea più o meno rilevata che si osserva negli ovarî in corrispondenza della linea di concrescimento tra i margini dei carpelli. c. In petrografia, fessurazione più o meno sottile delle rocce, talvolta a bordi frastagliati, cementata da sostanze minerali di varia natura (calcarea, silicea, ecc.), come le suture della maiolica, il calcare compatto organogeno che si trova in Lombardia. 3. fig., non com. Collegamento, nesso tra una parte e un’altra di un ragionamento o altro: la s. tra le due tesi difensive è piuttosto debole; non c’è alcuna s. tra i due corsi di lezioni.