svalutare
v. tr. [der. di valuta, col pref. s- (nel sign. 1)] (io svalùto, più com. ma meno corretto io svàluto, ecc.). – 1. a. In economia e in finanza, s. la moneta (s. lo yen, il dollaro, ecc.), diminuirne ufficialmente il valore esterno, variandone in diminuzione il tasso di cambio con le monete estere: il governo ha deciso di s. la moneta (o, assol., di svalutare). Nell’uso corrente è riferito anche alla diminuzione del valore interno della moneta (ossia all’inflazione, come perdita del potere di acquisto): il continuo aumento dei prezzi sta svalutando la moneta. In tutte e due le accezioni, è usato anche l’intr. pron. svalutarsi: il dollaro stava per svalutarsi nuovamente; la sterlina, per l’inflazione, continua a svalutarsi. b. Nell’economia aziendale, attribuire a beni dell’azienda un valore inferiore a quello nominale: s. i crediti, i titoli, le merci; s. il capitale sociale. 2. fig., non com. Sminuire, ritenere e dichiarare inferiore al valore reale: un critico fazioso che svaluta anche opere di notevole qualità; non si può svalutare un regista per un film sbagliato; nel rifl., deprezzarsi: non devi svalutarti: vedrai che il concorso lo vinci. ◆ Part. pass. svalutato, anche come agg.: moneta svalutata; merci svalutate; in senso fig.: teorie, ideologie svalutate, che hanno perso valore.