svariare
v. tr. e intr. [der. di variare, col pref. s- (nel sign. 6)] (io svàrio, ecc.). – 1. tr., non com. a. Rendere vario e più piacevole: s. un trattenimento; rendere più vario, diverso, di colore: quello spazio infinito d’azzurro, ... un azzurro trasparente, e svariato da striscie d’argento (I. Nievo). b. Girare, rivolgere in varie direzioni: co ’l naso sempre a l’aria Gli occhi svaria Dietro gli angeli e i rondoni (Carducci). 2. intr. (aus. avere o essere), letter. a. ant. Deviare, allontanarsi da un luogo e spec. dal punto o dalla linea dove si dovrebbe stare, e fig. dalla norma, dalla regola, dal giusto, ecc.; anche con la particella pron., svariarsi. b. letter. e poet. Mutare di luogo, dando un’impressione di rapido e vivace movimento sia della posizione sia della colorazione: tra le foglie perlate di guazza svariano frulli d’ale (G. Salvadori); sui versanti [delle colline] svariavano vigneti e grano (Pavese); i suoi begli occhi svariavano bizzarramente cambiando espressione e persino colore (Moravia). c. Nel gioco del calcio, si dice di un giocatore che non tiene una posizione fissa, che si sposta velocemente in diversi punti del campo: s. a tutto campo; s. sulla destra, sulla sinistra. ◆ Part. pass. svariato, anche come agg. (v. la voce).