svegliare
v. tr. [dal provenz. ant. esvelhar, fr. ant. esveillier, che è il lat. pop. *exvigilare per il class. evigilare, comp. di e(x)- e vigilare «vegliare»] (io svéglio, ecc.). – 1. Scuotere dal sonno, far cessare di dormire: domattina voglio essere svegliato alle sei; la luce, i rumori possono svegliarlo; non lo sveglierebbero nemmeno le cannonate, di chi ha il sonno pesante; prov., non svegliare, o non destare, il can che dorme (v. cane1, n. 2 c). 2. fig. a. Scuotere dal torpore, dall’inerzia, da uno stato di apatia e di fissità della mente: è un ragazzo abulico, bisogna svegliarlo; non bastano le prediche per svegliarlo, ci vorrebbero altri mezzi; il cappellano crocifero ... era per rimanere estatico con la bocca aperta, se il cardinale non l’avesse subito svegliato da quella contemplazione, domandandogli ... (Manzoni); rendere sveglio, cioè accorto, smaliziato: si lascia mettere nel sacco dal primo imbroglione che incontra: ma devo essere io a svegliarlo? b. Eccitare, suscitare, far nascere: s. l’appetito; s. la passione, la collera; nell’uso letter. anche con riferimento a cose diverse da sensazioni o sentimenti: Giove Contro ci svegliò intanto una feroce Tempesta boreal (Pindemonte). 3. Nell’intr. pron. svegliarsi, scuotersi dal sonno, cessare di dormire: ci svegliammo che era ancora notte; mi sono svegliata di soprassalto; e con usi fig. diversi: svégliati! non te ne stare lì imbambolato!; ti sei fatto di nuovo raggirare, ma non ti sveglierai mai?; si svegliarono in lui gli istinti più bassi; Io mi senti’ svegliar dentro a lo core Un spirito amoroso che dormia (Dante). ◆ Part. pass. svegliato, anche come agg. (v. la voce).