svettare
v. tr. e intr. [der. di vetta, col pref. s- (nel sign. 4 e rispettivam. 5)] (io svétto, ecc.). – 1. tr. Troncare la cima di un albero: il fulmine ha svettato il cipresso. Come operazione agricola, tagliare la parte apicale del fusto (vetta) per favorire la vegetazione delle parti basali: s. un melo, una siepe. 2. intr. (aus. avere) a. letter. Di alberi, agitare la vetta: i cipressi di sotto la Rocca svettavano, i lecci di sotto il castello tumultuavano (D’Annunzio). b. Elevarsi, slanciarsi con la vetta contro uno sfondo di cielo: il campanile svettava nel cielo azzurro; montagne che svettano superbe; con uso estens., letter.: il carcerato deve aver compiuto uno sforzo da acrobata, anzi da contorsionista, per far passare il braccio tra inferriata e inferriata in modo da far s. la sua mano nell’aria libera (I. Calvino). c. Emergere tra altre cose o persone: la ragazza, per la sua inusuale altezza, svettava tra le altre compagne; anche in senso fig.: è uno studente che svetta per ingegno. ◆ Part. pres. svettante, anche come agg., nel sign. 2: Evoca un mare calmo che scintilla Tra i palmizi dai vertici svettanti (Gozzano). ◆ Part. pass. svettato, anche come agg.: albero svettato, potato, con la cima del fusto raccorciata.