sviluppista
agg. Che ha come unico obiettivo il rapido e continuo sviluppo, anche se effimero e inconcludente. ◆ Secondo Luigi Manconi il bilancio di governo è ampiamente positivo, giudizio esteso anche alla più recente esperienza di Laura Balbo: «È però in un certo senso un bilancio insoddisfacente perché la svolta ambientalista da noi richiesta non c’è stata e nella maggioranza resta una prevalente cultura industrialista e sviluppista». (Foglio, 12 marzo 1999, p. 3) • Due punti, in quest’ideologia antiwelfare, fanno la forza della destra. Il totem della competizione globale, da liberare dai gravami. Ed è il lato efficientista e «sviluppista». E poi il tabù di un «individuo» sciolto dal sociale, respondabile solo dinanzi all’autorità che incarna lo spirito dell’Autorità, che a sua volta premia e manda dall’alto. (Unità, 13 gennaio 2002, p. 27, Orizzonti) • Il No al nucleare, per quasi vent’anni, è stato largamente egemone nel Paese e nella cultura di sinistra – quantomeno nella sua componente meno «sviluppista» e meno scientista. Oggi non è più così. (Rina Gagliardi, Manifesto, 17 giugno 2008, p. 2, Primo Piano).
Derivato dal s. m. sviluppo con l’aggiunta del suffisso -ista.