svirilizzazione
s. f. Tendenza alla progressiva perdita dei caratteri tradizionalmente ritenuti virili. ◆ Se prima era il sesso forte a cercare la gloria contando su qualità come il rigore, lo stile e concretezza che segnavano la diversità di un uomo di potere, capace di dirigere e assumersi responsabilità, oggi queste caratteristiche vengono ritenute elemento di assoluta distinzione per le donne. È certo che la svirilizzazione, portata al rango di stile trendy, abbia determinato la costruzione dell’iperfemmina come fenomeno di massa. (Gianluca Nicoletti, Stampa, 1° aprile 2005, p. 14, Cronache Italiane) • Qualche anno fa può darsi che abbia auspicato una generale svirilizzazione per togliermi di torno qualche concorrente fastidioso, ma non avrei mai creduto che questo mio losco desiderio si realizzasse così in fretta e così massicciamente. La presente agonia del maschio mi preoccupa: gli uomini non mi piacciono ma come può sussistere un mondo senza testosterone? (Ubbidire a una donna in camice abbassa l’ormone.) E fino a quando potrò resistere, qui da solo nel mio fortino, io che non sono nemmeno tanto villoso? (Camillo Langone, Foglio, 12 dicembre 2007, p. 2).
Derivato dal v. tr. svirilizzare con l’aggiunta del suffisso -zione.
Già attestato nella Repubblica del 15 novembre 1985, p. 42, Mercati (Massimo Fabbri), usato in senso fig.