sviscerare
v. tr. [der. di viscere, col pref. s- (nel sign. 4)] (io svìscero, ecc.). – 1. a. ant. o raro. Sventrare, privare dei visceri, cavare fuori i visceri: l’ostie [le vittime, gli animali da sacrificare] in mezzo addotte ... anzi a l’accese fiamme Le svenar, le smembrar, le svisceraro (Caro). b. fig. Esaminare con gran cura e attenzione, studiare a fondo: s. un argomento; s. un testo, un autore; io non sono un medico che crede aver sviscerato tutti i segreti della natura (I. Nievo). Anche, estrarre o cercare di estrarre, di conoscere qualcosa di nascosto attraverso un approfondito esame: s. il significato recondito di una frase misteriosa; non investivano mai il fatto morale, ma tendevano solo a sviscerarne il meccanismo (Palazzeschi). 2. rifl. Manifestare sentimenti favorevoli per una persona in forme e con parole enfatiche, esagerate, spesso non sincere: sviscerarsi in complimenti, in espressioni di amicizia; mi sarei sviscerato nel rassicurarla, e ... sarei stato costantissimo dal canto mio nell’amare una cosiffatta amica (C. Gozzi). ◆ Part. pass. sviscerato, anche come agg. (v. la voce).