svolazzare
v. intr. [der. di volare2, col pref. s- (nel sign. 5) e con suffisso frequentativo-peggiorativo] (aus. avere). – 1. Volare qua e là, senza una direzione precisa, o cambiando continuamente direzione (volo tipico di alcuni uccelli, dei pipistrelli e delle farfalle): c’è una civetta che svolazza sul tetto; farfalle variopinte svolazzavano nel giardino; uscir del teschio ... L’ùpupa, e svolazzar su per le croci Sparse per la funerea campagna (Foscolo); per estens.: le foglie secche svolazzavano sollevate dal vento. In senso fig., andar vagando qua e là, con la persona o col pensiero, in modo frivolo, superficiale, o discontinuo, incostante: non fa che s. da una festa all’altra; la mia fantasia svolazzava di qua e di là come le pernici su gli olivastri (Deledda). 2. Agitare le ali rapidamente e rumorosamente: da qui si sentono i piccioni che svolazzano sul tetto; i pappagallini svolazzavano rumorosamente nella gabbia; con uso trans.: Non avean penne [le ali], ma di vipistrello Era lor modo; e quelle svolazzava, Sì che tre venti si movean da ello (Dante). 3. Essere mosso, agitato dal vento o sim.: i capelli sciolti le svolazzavano alla brezza della sera; il sudor piove, e i crini Sul collo irti svolazzano (Foscolo); i nastri del cappellino le svolazzavano sulle spalle. ◆ Part. pres. svolazzante, anche come agg., soprattutto nel sign. 3: bandiere svolazzanti al vento; svolazzanti sciarpe di vivaci colori (Saba); e con riferimento al modo della scrittura: una calligrafia s.; il soldato tracciò una firma svolazzante (Cassola).