svolazzo
s. m. [der. di svolazzare (deverbale a suffisso zero)]. – 1. a. Lo svolazzare per un tratto: gli s. delle farfalle intorno alla lampada. b. Cosa che svolazza, lembo svolazzante: dimessa ... ogni sorte di vestito che potesse con gli s. toccar qualche cosa, o dare ... agio agli untori (Manzoni). In araldica, i pezzi di stoffa frastagliati e smaltati, trattenuti sull’elmo per mezzo del cercine e ricadenti a destra e a sinistra dello scudo (v. lambrecchini). 2. a. Tratto finale o iniziale di una lettera, eseguito prolungandone la fine, in una parola e soprattutto nella propria firma, come abbellimento e ornamento calligrafico: chiudere la firma con uno svolazzo; nell’antico manoscritto le parole erano adorne di svolazzi. b. Per estens., ornamento, particolare architettonico che ha la funzione di decorare: due alti pilastri in pietra gialla porosa, adorni di mascheroni e svolazzi (Tomasi di Lampedusa). c. fig., non com. Ornamento superfluo, come procedimento stilistico: un discorso, uno scritto ridondante di s. retorici.