svuotamento
svuotaménto (o svotaménto) s. m. [der. di svuotare (o svotare)]. – 1. L’azione e l’operazione di svuotare, il fatto di svuotarsi e di venire svuotato: s. di un serbatoio, di una vasca; per lo s. della piscina occorrono tre ore. In partic.: a. In chirurgia, ablazione di organi e tessuti di una particolare cavità anatomica o di materiale patologico in genere: s. mastoideo, l’asportazione del tessuto osseo che divide le cavità della cassa, dell’antro e delle cellule mastoidee, con formazione di un’unica cavità; s. del bacino, nella donna, nel trattamento di tumori diffusi dell’utero, l’asportazione in blocco di tutti gli organi del piccolo bacino (vescica, utero, vagina e retto); s. di una raccolta ascessuale, del contenuto di una cisti, ecc. b. In radiologia, nel corso dello studio di organi cavi (stomaco, cistifellea, intestino, ureteri, ecc.), tempo di s., la velocità con la quale il mezzo di contrasto abbandona l’organo, che rappresenta un indice indiretto della funzionalità di questo, sia quando è aumentata sia quando è diminuita. c. In patologia, sindrome di svuotamento, espressione con cui è talvolta tradotta la locuz. ingl. dumping syndrome (v. dumping). 2. In fisica, il fenomeno per cui particelle di una determinata specie, presenti in una determinata zona dello spazio o di un corpo, abbandonano tale zona, così che la loro concentrazione locale assume un valore assai minore di quello iniziale; in elettronica ha particolare rilevanza in quanto su esso si basa il funzionamento di un tipo di transistore MOS largamente usato in circuiti elettronici integrati (transistore MOS a s.), il cui canale viene svuotato, durante il funzionamento, delle cariche in esso presenti. 3. fig. Perdita, parziale o anche totale, delle caratteristiche più essenziali: le scene tagliate dalla censura hanno provocato lo s. di significato del film; una corrente conservatrice che tende allo s. del programma di riforme del partito.