tacchino
s. m. (f. -a) [voce di origine onomatopeica, dal verso dell’animale, con suffisso dim.]. – 1. Uccello galliforme, di grande statura, della famiglia meleagridi (detto anche, regionalmente, dindio o dindo, gallinaccio), di cui si conoscono due specie selvatiche, il t. comune (Meleagris gallopavo), distribuito in tutta l’America Settentr., e il t. ocellato (Agriocharis ocellata), relativamente raro, con piume splendenti, distribuito in Messico, Guatemala e Honduras; entrambi hanno, come caratteristica unica fra tutti i galliformi, la testa e il collo nudi, provvisti di caruncole e escrescenze carnose che possono essere erette durante la parata nuziale; le femmine sono più piccole e possiedono una colorazione più smorta. Si contano varie razze domestiche di tacchini, di cui si utilizzano la carne, le uova e le piume; alcune razze sono dette giganti, perché di mole assai considerevole (dai 10 ai 13 kg), altre sono di dimensioni minori, comuni in Italia, soprattutto nell’Emilia e nel Mezzogiorno: l’allevamento dei t.; t. lesso, t. tartufato; un arrosto di t.; filetti di petto di tacchino; uova di tacchina. Frequenti le similitudini diventare rosso come un t., arrossire violentemente (per il rosso vivo che assumono spesso i bargigli del tacchino); Sbuffa, cammina a pause, par di mota, Pare un t. quando fa la rota (Giusti, riferito a persona vanitosa). 2. T. di boscaglia, nome di alcuni uccelli galliformi australiani della famiglia megapodidi, noti anche con il nome di talegalla. ◆ Dim. e spreg. tacchinùccio; tra dim. e accr. tacchinòtto (tacchino giovane e grasso); accr., poco com., tacchinóne; pegg. tacchinàccio. Per il femm. sono com. solo i dim. tacchinèlla e tacchinétta.