tafazzista
s. m. e f. e agg. (iron.) Masochista alla Tafazzi. ◆ Il tafazzismo, malattia senile della sinistra post 1996, si ispira al non dimenticato Tafazzi, personaggio televisivo uso percuotere con vigore le proprie più intime parti. A Bologna, pare di capire, l’epidemia tafazzista sarà lunga e virulenta. (Maria Latella, Corriere della sera, 29 giugno 1999, p. 7, Politica) • È […] incomprensibile, ha osservato [Luca] Volonté, che [Umberto] Bossi continui «a spargere l’infamante accusa di complotti» orditi da An e Udc ai danni di [Giulio] Tremonti e del governo. Così come è incomprensibile difendere «l’assoluta e totale discrezionalità di un solo ministro a scapito della collegialità degli alleati e dell’intero governo». Ecco, ha concluso l’esponente dell’Udc, «ritengo che i “tafazzisti” dovrebbero darsi una seria calmata per il bene di tutta la coalizione e di tutto il Paese». (A. L. M., Stampa, 27 ottobre 2003, p. 14, Interno) • Sul Pd, sulla crisi del Paese, sulla sua «crisi istituzionale, sui segni di sfarinamento del sistema», [Walter] Veltroni ha già detto. Qui ripete meglio, con tono da salotto: «Il Pd deve riuscire a voltar pagina. Alle primarie spero che ci vada un milione di persone. Non dobbiamo sempre fare la solita sinistra tafazzista che si butta giù. Sta accadendo una cosa meravigliosa, mai successa prima: un partito che nasce coinvolgendo centinaia di migliaia di persone. No, non è [Beppe] Grillo la soluzione. E in un mio governo non lo porterei...». (Repubblica, 29 settembre 2007, p. 15, Politica).
Derivato dal nome proprio Tafazzi con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nella Repubblica del 10 dicembre 1996, p. 7.