appercezioneappercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz [...] di per sé possono anche rimanere inavvertite; quindi, in Kant, lo stesso che autocoscienza, distinta in appercezione empirica, che semplicemente accompagna ciascuna delle rappresentazioni, e a. pura (o originaria o trascendentale), principio formale ...
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monade
mònade s. f. [dal lat. tardo monas -ădis, gr. μονάς -άδος «unità», der. di μόνος «solo»]. – 1. In filosofia, termine usato per indicare l’unità in quanto principio di molteplicità o le unità costitutive [...] Leibniz non è l’atomo fisico ma metafisico, essere completo e indistruttibile, centro di attività e di forza (appetizione e appercezione) che contiene nella sua nozione o natura tutti i proprî predicati, quindi tutta la propria storia; ogni monade è ...
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Termine filosofico introdotto da G. Leibniz per indicare l’atto riflessivo attraverso cui l’uomo diviene consapevole delle sue percezioni, che di per sé possono anche rimanere inavvertite; l’a. è dunque il fondamento ultimo della coscienza e...
noesi
Dal gr. νόησις, der. di νοέω «penso». Atto dell’intelletto (gr. νοῦς) o conoscenza intellettiva che Aristotele (in quanto essa è «appercezione unitaria dell’essenza», o, in altri termini, sapere intuitivo, apprensione mediata di un «noema»...