novellanovèlla s. f. [lat. pop. *novella, neutro pl. sostantivato dell’agg. novellus «novello»; il sign. 3 dal lat. tardo Novellae, agg. femm. pl. (sottint. Constitutiones)]. – 1. a. ant. Novità, fatto [...] hanno ucciso i fratelli: Questa orrenda n. vi do (Manzoni); per antonomasia, la buona n., il Vangelo, annuncio del regno di Dio (il gr. εὐαγγέλιον significa appunto «buonanovella»). c. Nell’uso tosc. ant. (ma non del tutto scomparso), discorso ...
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nuova
nuòva (letter. o region. nòva) s. f. [femm. sostantivato di nuovo]. – Notizia recente intorno a fatti o persone: ricevere liete, tristi n.; che nuove ci porti?; come a Vinegia pervenne la nuova [...] ), frase che si ripete a conforto di chi non ha notizie di persona assente. Come buonanovella, così anche buona nuova è espressione talora usata con riferimento al messaggio evangelico (per traduz., appunto, del gr. εὐαγγέλιον): portare, predicare ...
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parte
s. f. [lat. pars partis]. – 1. a. Ciascuno degli elementi in cui un intero è diviso o può essere diviso, sia che essi siano materialmente staccati l’uno dall’altro, sia che possano essere soltanto [...] hai l’occasione di passare da queste p., vieni a trovarmi; se novella vera Di Val di Magra o di p. vicina Sai, dillo a senso fig. di qualità di una persona, in frasi come avere molte buone p.; non gli manca nessuna di quelle p. che si desiderano in ...
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riuscita
(ant. o pop. riescita) s. f. [der. di riuscire]. – 1. non com. Uscita, sbocco in un luogo: l’appartamento ha una r. sul cortile; la stradicciola non aveva r., era senza riuscita. 2. fig. a. [...] letter. Fine, conclusione: non mi vergognerò io di dire una novella, la quale, ancora che miserie maggiori in sé contenga, non per ciò abbia così splendida riuscita (Boccaccio). b. L’effetto buono o cattivo, l’esito, il risultato che, alla prova dei ...
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stagione
stagióne s. f. [lat. statio -ōnis, propr. «sosta, fermata», der. di stare «stare fermo»; cfr. stazione]. – 1. Ciascuno dei quattro intervalli di tempo (s. astronomiche) nei quali l’anno resta [...] ; poet., la nuova s., la s. novella, la primavera: Mai rivestì di tante gemme l’erba La novella stagion che ’l mondo av[v]iva (Poliziano secca, umida, piovosa, incostante; la bella o la buona s., il periodo dell’anno (che nell’emisfero boreale ...
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riuscire
(pop. riescire) v. intr. [comp. di ri- e uscire] (coniug. come uscire: io rïèsco, tu rïèsci, ecc.; aus. essere). – 1. Uscire di nuovo: è entrato in casa di corsa, e ne è riuscito quasi subito; [...] della brigata della sua novella riuscito (Boccaccio), essendosi liberato, sbrigato della novella che doveva raccontare. anche come agg., riferito a cosa fatta bene, che ha avuto buon esito, o ha incontrato favore e approvazione: un lavoro ben riuscito ...
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roba
ròba s. f. [dal germ. *rauba «preda» (v. rubare) e «veste»]. – 1. a. In genere, qualsiasi cosa materiale che si possiede (è parola dell’uso fam. e, spesso, di tono pop.): questa è r. mia; è molto [...] chi non ruba (prov.); La r., novella di G. Verga, nella raccolta delle Novelle rusticane (1883), che tratta di un è fatto questo vestito?; r. di lana, di cotone, ecc.; r. buona, fine, grossolana, cattiva, che non si ritira. b. Vestito, indumento: lei ...
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intendere
intèndere v. tr. [dal lat. intendĕre, comp. di in-1 e tendĕre «tendere, rivolgere, mirare a»] (coniug. come tendere). – Verbo di largo uso e di molteplici significati, che si possono ricondurre [...] ). b. intr. (aus. avere) Rivolgere l’attenzione: nostra novella si ristette, E intendemmo pur ad essi poi (Dante). Più si accolgono senza titubare (per es.: se fiuta nell’offerta un buon affare, non l’intende a sordo); dire a nuora perché suocera ...
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predicare
v. tr. [dal lat. praedicare «far noto, celebrare, lodare», e, nel lat. tardo, eccles., «predicare»] (io prèdico, tu prèdichi, ecc.). – 1. a. Annunciare, dichiarare pubblicamente la legge divina: [...] p. il Vangelo, le verità della fede, la buonanovella. b. Esortare all’adempimento di una legge morale o di un comandamento della Chiesa: p. le virtù, la carità, la tolleranza, il perdono; p. il digiuno, l’astinenza; e in tono scherz.: p. il digiuno ...
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deandreiano
agg. Del cantautore Fabrizio De André (1940-1999). ◆ Dopo gli assoli, nel secondo tempo Cristiano torna a suonare i suoi nove strumenti per accompagnare una lunga carrellata che parte dall’«Infanzia [...] di Maria» e ripercorre quasi tutta la «BuonaNovella» prima di arrivare ad un bellissmo finale sul «Testamento di Tito», ovvero i dieci comandamenti rivisitati in chiave deandreiana. (Alessandra Arachi, Corriere della sera, 13 febbraio 1998, p. 53, ...
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Scrittore russo (Zapoljarnyj, Murmansk, 1938 - Mosca 1990), uno dei più irregolari e originali autori del dopoguerra. La sua opera maggiore è il romanzo Moskva-Petuški (1970), che conobbe una grande popolarità.
Vita e opere
All'età di diciassette...
Termine, che nel greco classico significa «inviato, rappresentante» e quindi anche «capo» di una spedizione marittima, usato per designare i messi inviati da Gerusalemme per mantenere i rapporti con le comunità ebraiche della Diaspora.
Religione
Nel...