priapeo
priapèo agg. e s. m. [dal lat. tardo Priapēus o Priapēius, gr. πριάπειος, e Priape(i)um (metrum), πριάπειον (μέτρον), come nome del verso, pl. Priape(i)a -orum, gr. (τὰ) πριάπεια, il componimento [...] (v. priapo), composto, oltre che in versi priapei, anche in endecasillabi faleci, in distici elegiaci e in coliambi; caratterizzato dal contenuto osceno o licenzioso, perse in seguito l’originario significato religioso, degenerando in un’artificiosa ...
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Poeta greco (4º sec. a. C.), di cui restano pochissimi frammenti in coliambi. Imitò Archiloco e Ipponatte, ma col gusto raffinato che sarà proprio, in seguito, degli alessandrini. Scrisse un grande poema, Efeside, in almeno 7 libri; trattò il...
Poeta greco fiorito intorno al 280 a. C. Coltivò la poesia giambica in versi trimetri giambici scazonti (o coliambi) di contenuto moraleggiante. Di lui ci restano pochi frammenti citati da Ateneo e in un papiro di Heidelberg (pubbl. nel 1909).